Le vite sospese (ma molto attuali) dei malati psichici
Oggi alle 18 al Nuovo Eden sbarca Kripton, filmche indaga la vita sospesa di sei ragazzi, tra i venti e trent’anni, volontariamente ricoverati in due comunità psichiatriche della periferia romana, che combattono con disturbi della personalità e stati di alterazione. «È un filmdi ricerca e di condivisione— spiega il regista Francesco Munzi, oggi presente in sala—, fatto con i pazienti che hanno scelto di raccontarsi. Insieme a loro hanno partecipato imedici e i familiari il cui contributo è stato fondamentale per la completezza del racconto». Kripton rappresenta un’occasione straordinaria per riflettere dimalattia mentale, questionemolto più diffusa di quanto spesso si pensi (una volta si diceva «da vicino nessuno è normale») . Nel 2022 circa 800mila persone sono state in cura nei servizi di salutementale pubblici e si stima che le persone che hannomanifestato disturbi mentali di rilevanza clinica siano state circa 3 milioni, mentre il consumo di psicofarmaci è stato pari a 49milioni di confezioni. Tutto questo in un contesto nel quale i servizi di salutementale sono stati tra i più colpiti dalla riduzione delle risorse investite nella sanità pubblica. «Ilmio desiderio era trovare la voce, la lingua, per rappresentare, con il cinema, modalità estreme di stare almondo. Esperienze, che sicuramente e specialmente appartengono aimalati, ma con cui ilmondo cosiddetto normale condivide, spesso senza ammetterlo, temi, paure e domande diventate oggi sconvenienti, vergognose o proibite. Il nostro presente, ossessivamente stimolato da un’euforia performativa che gira spesso a vuoto, tenta di estromettere dalla comunicazione le domande fondamentali, quelle universali dell’essere umano». Sono le domande che invece si pongono proprio i pazienti intervistati daMunzi. I quali ne restano incagliati. «L’accettazione, l’integrazione, la normalizzazione del problema psichico dovrebbe essere un compito dell’intera collettività. D’altro canto è proprio una delle protagoniste del film, Benedetta, a lasciarci intravedere una possibile soluzione: l’importanza della vicinanza, la necessità della condivisione, la lotta all’isolamento». Lo si diceva anche durante la pandemia: da soli non si salva nessuno.