Corriere della Sera (Brescia)

Le vite sospese (ma molto attuali) dei malati psichici

- Thomas Bendinelli

Oggi alle 18 al Nuovo Eden sbarca Kripton, filmche indaga la vita sospesa di sei ragazzi, tra i venti e trent’anni, volontaria­mente ricoverati in due comunità psichiatri­che della periferia romana, che combattono con disturbi della personalit­à e stati di alterazion­e. «È un filmdi ricerca e di condivisio­ne— spiega il regista Francesco Munzi, oggi presente in sala—, fatto con i pazienti che hanno scelto di raccontars­i. Insieme a loro hanno partecipat­o imedici e i familiari il cui contributo è stato fondamenta­le per la completezz­a del racconto». Kripton rappresent­a un’occasione straordina­ria per riflettere dimalattia mentale, questionem­olto più diffusa di quanto spesso si pensi (una volta si diceva «da vicino nessuno è normale») . Nel 2022 circa 800mila persone sono state in cura nei servizi di salutement­ale pubblici e si stima che le persone che hannomanif­estato disturbi mentali di rilevanza clinica siano state circa 3 milioni, mentre il consumo di psicofarma­ci è stato pari a 49milioni di confezioni. Tutto questo in un contesto nel quale i servizi di salutement­ale sono stati tra i più colpiti dalla riduzione delle risorse investite nella sanità pubblica. «Ilmio desiderio era trovare la voce, la lingua, per rappresent­are, con il cinema, modalità estreme di stare almondo. Esperienze, che sicurament­e e specialmen­te appartengo­no aimalati, ma con cui ilmondo cosiddetto normale condivide, spesso senza ammetterlo, temi, paure e domande diventate oggi sconvenien­ti, vergognose o proibite. Il nostro presente, ossessivam­ente stimolato da un’euforia performati­va che gira spesso a vuoto, tenta di estromette­re dalla comunicazi­one le domande fondamenta­li, quelle universali dell’essere umano». Sono le domande che invece si pongono proprio i pazienti intervista­ti daMunzi. I quali ne restano incagliati. «L’accettazio­ne, l’integrazio­ne, la normalizza­zione del problema psichico dovrebbe essere un compito dell’intera collettivi­tà. D’altro canto è proprio una delle protagonis­te del film, Benedetta, a lasciarci intraveder­e una possibile soluzione: l’importanza della vicinanza, la necessità della condivisio­ne, la lotta all’isolamento». Lo si diceva anche durante la pandemia: da soli non si salva nessuno.

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Regista Francesco Munzi

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