Corriere della Sera (Brescia)

Una carica dei mille coristi per la «Messa arcaica»

La partitura inedita sarà eseguita durante la celebrazio­ne in programma domani alle 16 in Duomo Nuovo

- Fabio Larovere

Quasi mille coristi (970, per la precisione) per la “Messa arcaica”, partitura inedita che sarà eseguita durante la celebrazio­ne presieduta dal vescovo Pierantoni­o Tremolada, in programma domani alle 16 in Duomo Nuovo. Autore della musica, don Alberto Donini, già presidente della Scuola Diocesana di Musica Santa Cecilia e oggi qui docente di canto gregoriano. L’appuntamen­to, denominato “Un coro di cori”, è promosso dalla Scuola Diocesana insieme all’Ufficio diocesano per la Liturgia, anche con l’obiettivo di arricchire il repertorio parrocchia­le. L’iniziativa rievoca la visita di San Giovanni Paolo

II a Brescia nel settembre 1998, quando il rito conclusivo allo Stadio Rigamonti di Mompiano fu accompagna­to da un coro di 4mila elementi; vuole inoltre essere un momento di condivisio­ne e ringraziam­ento per tutte le corali che animano la liturgia nelle chiese bresciane.

«Il nucleo fondamenta­le della composizio­ne — spiega don Donini— e la scelta di un linguaggio che si discosta da quello tonale “moderno” risale ancora al 2020, quando ho ideato e scritto questa messa, in realtà assai semplice, per i miei studenti del seminario di Brescia. Mi sono orientato sul linguaggio modale, traendo ispirazion­e più che dalla modalità “evoluta” del repertorio gregoriano, da nuclei melodici di una modalità di sapore più arcaico e con tracce diffuse (e riconoscib­ili ancor oggi) in diverse culture: balcaniche, orientali, africane, tardoantic­he occidental­i... Queste strutture, in non pochi casi pentatonic­he, si ritrovano in canti ancora oggi praticati nel culto cattolico, come l’Alleluia che solitament­e si canta in tante nostre chiese, nel Padre nostro cantato sia in latino sia in italiano, nel Sanctus più semplice gregoriano».

La partitura è stata però recentemen­te rivista: «Ho elaborato delle sezioni con armonizzaz­ioni, cioè parti a 4 voci, che utilizzano armonie leggerment­e dissonanti. Queste ultime ben si accompagna­no con le melodie assai fluide ispirate all’antica monodia cristiana e che però sono sostenute quasi sempre dalla presenza dell’organo, strumento entrato nel culto successiva­mente al formarsi del canto cristiano arcaico. La fluidità melodica si riflette anche nelle scelte del ritmo che non è misurato “a battuta”, ma si articola in base alla declamazio­ne del testo, secondo lo stile proprio della monodia sacra occidental­e altomediev­ale».

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Appuntamen­to La messa sarà celebrata dal vescovo

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