Fondazione Campus edilizia, «manca unorgano di controllo»
La lacuna dello statuto sottolineata dal centrodestra: rinviato il voto in commissione
Falsa partenza. Sono bastati una manciata di emendamenti della minoranza per arenare lo statuto della Fondazione Campus Edilizia. Ieri le commissioni congiunte urbanistica e bilancio, al termine della seduta, hanno condiviso la scelta del presidente Fabio Capra di rinviare la votazione «sull’adesione alla Fondazione Campus Edilizia Brescia ETS» e la relativa approvazione dello statuto e del piano economico finanziario. Quindi il provvedimento non andrà in discussione nel consiglio comunale di lunedì 29 gennaio ma slitterà probabilmente di un mese.
La Fondazione — nata su iniziativa di Ance Brescia (collegio costruttori), Loggia, Confindustria Brescia e Università statale — è stata creata con lo scopo di sviluppare gli studi sull’edilizia bresciana, sui bisogni della città ma anche per progettare un corale recupero delle tante aree dismesse.
Ma dal punto di vista politico fa discutere la maggioranza. Lo si è visto ieri in commissione. Il consigliere Andrea Curcio (Pd) ha mostrato perplessità: «Non sono caldissimo su questa Fondazione»; una preoccupazione, dice, «condivisa con alcuni consiglieri della maggioranza». Per evitare invasioni di campo della Fondazione durante la stesura del nuovo Pgt l’esponente dem chiede di inserire nello statuto un passaggio chiaro, affinché «si escluda che vengano avviati dei percorsi di progettazione e di co-progettazione in tema di pianificazione urbanistica di ogni tipologia e livello, competenze esclusive del comune». La replica dell’assessore all’urbanistica Michela Tiboni: «Mi riservo di ascoltarla più nel dettaglio».
Il centrodestra tocca un nervo scoperto quando, con Mariachiara Fornasari (FdI), fa presente che nelle organizzazioni del terzo settore «deve essere tassativamente indicato un organo di controllo e questo non è presente nello statuto»; lacuna confermata anche dalla dirigente del settore coordinamento partecipate del comune,
Nicoletta Guerrini. La minoranza si spinge oltre e avanza altri emendamenti, chiedendo ad esempio la rimozione del compenso al presidente della Fondazione ma anche la parità di genere nel comitato scientifico e nel consiglio direttivo. Sulle questioni politiche il capogruppo del Pd in Loggia, Roberto Omodei, frena: «Pur non essendo contrari, non riteniamo che queste debbano essere parte del documento, perché in questa fase stiamo aderendo alla costituzione della Fondazione».
L’assessore all’urbanistica, data la lunga gestazione del dispositivo, chiede l’approvazione nel consiglio comunale di lunedì: « Voglio mettere un punto fermo per un lavoro che mi ha visto occupata per mesi» spiega Tiboni ed esorta i consiglieri a presentare emendamenti poiché «quella è la sede per recepire tutti i contributi». Tiboni, contrariamente al capogruppo Pd, è disposta ad accogliere gran parte delle annotazioni della minoranza: «Riguardo la rappresentatività di genere se vogliamo inserirla mi fa piacere». Apertura netta anche riguardo ai compensi del presidente: «Ben venga che si tolga il compenso al presidente, così come il vincolo dei mandati. Tre possono essere più che sufficienti». Ma la minoranza non ci sta e con il consigliere Mattia Margaroli (FdI) si chiede come sia possibile emendare lo statuto di una Fondazione senza il consenso di tutti i soggetti interessati e prosegue: «Che fretta c’è di approvare lo statuto nel consiglio di lunedì 29 gennaio? Chiedo sia messo a verbale, la nostra posizione che venga rinviata l’approvazione alla prossima commissione». L’assessore Tiboni non palesa contrarietà: «non cambia niente». A questo punto il presidente della commissione, Fabio Capra, prende la sua decisione: «Se non cambia niente, mi prendo io la responsabilità di ritirare l’atto e ripresentarlo nella prossima seduta».