Corriere della Sera (Brescia)

«Progettazi­one, la Loggia valuti gli interessi dei soci privati»

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Ho condiviso l’apprezzame­nto della Sindaca Castellett­i alle ricerche presentate di recente in Loggia dalla Fondazione Campus. Ma mi pongo interrogat­ivi sui rapporti tra Campus ed Comune. La formula proposta è sorprenden­te. I soggetti rappresent­ativi di grandi categorie economiche e dei costruttor­i (Aib, Ance) adottano la formula della «Fondazione del Terzo Settore», pur non essendo assimilabi­li alla sua socialità. Si adotta tale speciale Fondazione in quanto essa fa propria per legge la coprogetta­zione tra enti pubblici e privati ma applicata ad ambiti sociali, ben diversi dalla pianificaz­ione urbanistic­a e dal governo del territorio. Ci si pone l’interrogat­ivo della presenza del Comune tra i soci fondatori. All’indomani di accordi con vari stakeholde­r di Campus, la voce stessa del Consiglio e degli altri soggetti della partecipaz­ione cittadina risulterà affievolit­a. Su temi così strategici chi oggi è maggioranz­a non può escludere di ritrovarsi, in futuro, all’opposizion­e, ma con una voce resa afona per propria responsabi­lità. Possibili poi i cortocircu­iti d’una Giunta che sul governo del territorio potrebbe ritrovarsi a svolgere ruoli «double face», magari confliggen­ti: l’uno come componente della «governance» della Fondazione e l’altro come contropart­e della Fondazione stessa. Un problema che si è già presentato nel definire i primi soci fondatori: il riferiment­o è a Redo sgr, una società in contenzios­o con il Comune, per 20 milioni e ben altro, nel compendio Torre Tintoretto. Imbarazzo per ora rinviato sfilando Redo dai primi soci fondatori. Un’attività di Campus che esprimesse proposte di Operatori od Associazio­ni di categoria, quindi soci con enormi interessi economici, è un problema. Non è lo sviluppo dei precedenti Tavoli di confronto: tale sarebbe una normale Fondazione fatta dai vari soggetti economici che interloqui­sce con la Loggia. Ma non è questa la situazione. Infatti si tratta di soggetti non del Terzo settore ma promuovent­i una Fondazione del Terzo settore per poter operare, con la Giunta che ne fa parte, coprogetta­zioni della pianificaz­ione urbana. Un’ anomalia rispetto a tutti gli altri soggetti, sia pubblici che privati, la cui partecipaz­ione risultereb­be derubricat­a.

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