Corriere della Sera (Brescia)

Camionista­ubriaco ucciseun19­enne Orachiedel’ammissione allagiusti­ziariparat­iva

ChristianP­olettomorì il 15maggiosc­orsoaOspit­aletto

- Di Mara Rodella

Non si aspettava di vederlo. Tantomeno di sapere che lui, adesso, vuole un confronto. Lì, a pochi passi da lei, oltre la porta dell’aula al piano terra, colui che poco più di otto mesi fa ha ucciso suo nipote. Che non aveva ancora compiuto vent’anni. Nel silenzio e negli occhi incapaci di trattenere le lacrime, la disperazio­ne che ha travolto e distrutto una famiglia così come lui, Diego Dedè, bergamasco di 43 anni, il 15 maggio scorso travolse e uccise con il suo camion Chrisitan «Kiko» Poletto: al lavoro da poco più di un anno alla Tanghetti Salotti di Cazzago San Martino, è lì che nel tardo pomeriggio di quel giorno stava rientrando, dopo aver ritirato uno dei furgoni aziendali in un’officina della zona per il cambio gomme. Ma lungo via Circonvall­azione, a Ospitalett­o, l’autoartico­lato guidato dal 43enne, che trasportav­a derrate alimentari per conto di una ditta milanese,

invase «clamorosam­ente» — stando alle testimonia­nze e ai video delle telecamere installate nella zona— la corsia opposta di marcia travolgend­olo frontalmen­te in pieno. Salvo poi schiantars­i contro un muro e prendere fuoco, non prima di aver preso di striscio anche una berlina Bmw. Oltre due ore dopo l’incidente, Dedè aveva un tasso alcolemico di 1.59 grammi per litro di sangue: arrestato per omicidio stradale, è ancora agli arresti domiciliar­i.

Nel cor so del la pr ima udienza preliminar­e davanti al gup Angela Corvi, il 43enne — difeso dall’avvocato Rocco Disogra del Foro di Bergamo — ha chiesto di essere ammesso a un percorso di giustizia riparativa: in sostanza, un incontro e confronto con i famigliari di Christian, al fine di ripercorre­re quanto successo nel tentativo di risolvere il conflitto che ne è derivato. Il legale delle persone offese (i genitori di Christian, la sorella e i nonni), l’avvocato Marco Gallina, ha chiesto i termini a difesa per valutare la richiesta con i suoi assistiti e preparare una memoria: tutto lascia pensare non abbiano intenzione di accettare. Già risarciti in sede civile dall’assicurazi­one dell’azienda, non si costituira­nno quindi parte civile nel processo penale: la difesa ha già chiesto il rito abbreviato.

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