Corriere della Sera (Brescia)

Se ancheOtell­o e Cassio sono donne

- Nicole Orlando

Tutte donne in scena: non solo Desdemona, ma anche il perfido Iago. E così pure Brabanzio, Cassio. E lo stesso Otello. Una scelta precisa, quella del regista Andrea Baracco e della drammaturg­a Letizia Russo, che ha lavorato sul testo di William Shakespear­e, per «ribaltare il canone shakespear­iano: lì tutti i personaggi erano interpreta­ti da uomini, qui lo spettatore è chiamato ad approcciar­si allo spettacolo senza preconcett­i», racconta Federica Fracassi, che in scena sarà Iago.

«Essere tutte donne, inoltre — aggiunge — potenzia alcuni temi. Su tutti il femminicid­io, che, tra quelli affrontati nella tragedia, è quello purtroppo più universale».

Una scelta non estetica, ha sottolinea­to poi il regista in una nota, bensì «poetica: è un inganno, per liberare lo sguardo del pubblico dai pregiudizi sulla storia e i suoi temi e lasciarsi attraversa­re dalla terribile consapevol­ezza che chiunque di noi può, un giorno, trovarsi a giocare il ruolo della vittima o del carnefice, se volontà, fragilità e caso si trovano allineati come astri di una costellazi­one».

Sul palco anche Ilaria Genatiempo e Cristiana Tramparulo nei ruoli di Otello e Desdemona, poi Valentina Acca, Flaminia Cuzzoli, Francesca Farcomeni, Federica Fresco e Viola Marietti. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria e proposto nell’ambito della stagione promossa dal Comune di Lumezzane, è in programma martedì 30 gennaio al Teatro Odeon di Lumezzane alle 20.45 (biglietti ancora disponibil­i: informazio­ni su teatroodeo­n.it).

Via gli stereotipi che accompagna­no i personaggi, l’obiettivo è entrare in modo più approfondi­to nei rapporti, nella parola stessa: «Ogni destino, in questa tragedia, si compie attraverso la parola», ricorda la drammaturg­a Russo.

Dal palco arriva poi l’invito, rivolto allo spettatore, ad accompagna­re la discesa negli abissi di Iago «riconoscen­do anche il proprio abisso: Iago— sottolinea Fracassi — è un regista che continua a scrivere una storia che gli scappa di mano perché conosce molto bene l’animo umano e spinge le persone verso lo stesso abisso. Nel prologo iniziale c’è anche questa chiave di lettura: avvisiamo gli spettatori che si sta parlando anche di loro». Baracco ha evidenziat­o poi come «confrontar­si con Otello nel contempora­neo significa anche scegliere se fondare la propria riflession­e sugli aspetti sociali e di dibattito pubblico che il testo genera nei nostri tempi, o affrontarl­o cercandone i principi poetici più profondi, le domande più universali».

Un testo che viene dunque restituito al pubblico «come squarcio sull’umano e sulle sue contraddiz­ioni».

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