Se ancheOtello e Cassio sono donne
Tutte donne in scena: non solo Desdemona, ma anche il perfido Iago. E così pure Brabanzio, Cassio. E lo stesso Otello. Una scelta precisa, quella del regista Andrea Baracco e della drammaturga Letizia Russo, che ha lavorato sul testo di William Shakespeare, per «ribaltare il canone shakespeariano: lì tutti i personaggi erano interpretati da uomini, qui lo spettatore è chiamato ad approcciarsi allo spettacolo senza preconcetti», racconta Federica Fracassi, che in scena sarà Iago.
«Essere tutte donne, inoltre — aggiunge — potenzia alcuni temi. Su tutti il femminicidio, che, tra quelli affrontati nella tragedia, è quello purtroppo più universale».
Una scelta non estetica, ha sottolineato poi il regista in una nota, bensì «poetica: è un inganno, per liberare lo sguardo del pubblico dai pregiudizi sulla storia e i suoi temi e lasciarsi attraversare dalla terribile consapevolezza che chiunque di noi può, un giorno, trovarsi a giocare il ruolo della vittima o del carnefice, se volontà, fragilità e caso si trovano allineati come astri di una costellazione».
Sul palco anche Ilaria Genatiempo e Cristiana Tramparulo nei ruoli di Otello e Desdemona, poi Valentina Acca, Flaminia Cuzzoli, Francesca Farcomeni, Federica Fresco e Viola Marietti. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria e proposto nell’ambito della stagione promossa dal Comune di Lumezzane, è in programma martedì 30 gennaio al Teatro Odeon di Lumezzane alle 20.45 (biglietti ancora disponibili: informazioni su teatroodeon.it).
Via gli stereotipi che accompagnano i personaggi, l’obiettivo è entrare in modo più approfondito nei rapporti, nella parola stessa: «Ogni destino, in questa tragedia, si compie attraverso la parola», ricorda la drammaturga Russo.
Dal palco arriva poi l’invito, rivolto allo spettatore, ad accompagnare la discesa negli abissi di Iago «riconoscendo anche il proprio abisso: Iago— sottolinea Fracassi — è un regista che continua a scrivere una storia che gli scappa di mano perché conosce molto bene l’animo umano e spinge le persone verso lo stesso abisso. Nel prologo iniziale c’è anche questa chiave di lettura: avvisiamo gli spettatori che si sta parlando anche di loro». Baracco ha evidenziato poi come «confrontarsi con Otello nel contemporaneo significa anche scegliere se fondare la propria riflessione sugli aspetti sociali e di dibattito pubblico che il testo genera nei nostri tempi, o affrontarlo cercandone i principi poetici più profondi, le domande più universali».
Un testo che viene dunque restituito al pubblico «come squarcio sull’umano e sulle sue contraddizioni».