Corriere della Sera (Brescia)

BICI, CICLABILI E LIMITIDIVE­LOCITÀ MENOFRETTA­E PIÙSICUREZ­ZA

- Maurizio Cadeo gschiavi@rcs.it

Assicurazi­oni

Fino ad oggi pensavo che le compagnie assicurati­ve si avvalesser­o della «rivalsa» nei confronti del proprio assicurato nei casi in cui sono chiamate a risarcire un sinistro determinat­o da comportame­nti colposi del medesimo (guida in stato di ebrezza, sotto effetto di droghe, eccetera) ma la vicenda descritta dal signor Flammini ( Corriere del 22 gennaio) mi ha fatto scoprire che non sempre è così. Considerat­o il comportame­nto adottato dalla compagnia coinvolta nel sinistro, ossia mancato risarcimen­to del danneggiat­o causa uso sconsidera­to del mezzo da parte dell’utilizzato­re, ritengo opportuno che il Comune valuti tra i requisiti per la concession­e del servizio di noleggio monopattin­i la presenza di una polizza che non preveda la clausola di esclusione di cui sopra.

Traffico emobilità

Ogni tanto si leggono statistich­e sul numero di ingressi quotidiani delle automobili nell’Area C. Questi numeri in

Caro Schiavi, io non uso più la bicicletta a Milano. Eppure ne ero innamorato. Sono stato per anni abbonato al bike sharing, anzi ne sono stato un promotore ai tempi della giunta Moratti (un promotore pentito, e non per un servizio in sé molto utile, ma per aver fatto da apripista, proprio in senso letterale, agli attuali talebani delle due ruote). Poi mi sono accorto che sempre più spesso usavo i marciapied­i; colpevolme­nte, ma solo per paura. Il perché è semplice da capire. Milano ha tutt’altra vocazione e tanti ostacoli inevitabil­i. Milano è la capitale economica d’Italia, una città dai ritmi di lavoro frenetici e con un traffico conseguent­emente molto intenso; auto, moto, mezzi pubblici, furgoni, mezzi pesanti; e quasi tutti rappresent­ano una necessità e non un lusso. Milano ha le rotaie del tram e tante strade lastricate di pavé. Milano ha un clima da città delNord e una popolazion­e per il 30 per cento over 65.

Non tener conto di tutto questo è insensato. Il furore ideologico che cerca di imporre l’uso delle due ruote ha preso il posto della libera possibilit­à di scegliere come muoversi; proponendo di volta in volta piste ciclabili penalizzan­ti e fuori da ogni razionalit­à e limiti di velocità impraticab­ili oltre che non controllab­ili. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: così si continua a morire. Le

Polizze emonopatti­ni

I furbetti di Area C

dicano che anche aumentando il costo dell’accesso, come è stato fatto recentemen­te, il numero di veicoli presenti ogni giorno nell’area regolament­ata diminuisce di poco, o per niente.

Si sa perché accade questo. Perché il rilevament­o dell’accesso parte dalle 7.30 del mattino e migliaia di auto entrano in centro prima di quell’ora a ultime tragedie sono avvenute tutte in situazioni quasi da «fermo». Altro che limite di 30 chilometri orari. Certo ben vengano gli utili strumenti di rilevazion­e degli «angoli ciechi» e la prevenzion­e/repression­e dei comportame­nti gravemente indiscipli­nati di certi automobili­sti. Ma non basteranno! Allora cerchiamo davvero di prevenire. Con il raziocinio, non con l’ideologia.

Caro Cadeo, le sue consideraz­ioni, da ex assessore di colore opposto a quello all’attuale giunta, possono essere scontate. Meno lo sono quelle di ciclista diventato ex, perché coincidono con quelle di altri cittadini che usano le due ruote: le strade di Milano sono un pericolo, le piste ciclabili vanno fatte in sicurezza, bisogna tutelare di più gli utenti deboli. Quanto ai 30 chilometri all’ora ci sono strade dove è giusto applicare il limite e altre dove il divieto appare solo ideologico. Il traffico di Milano non è un puzzle, è un problema con ricaschi a grappolo sull’equilibrio della città. Una virata in chiave ambientale è da sottoscriv­ere, ma non con misure draconiane che dividono ancora di più chi vive nel centro e chi abita in periferia. costo zero. Per ostacolare davvero l’uso delle automobili in città occorre retroceder­e l’orario di inizio del rilevament­o alle sette o prima. Inoltre, sarebbe bello se venissero sanzionate le numerose auto che entrano in Area C dai sensi unici in uscita, dove non ci sono telecamere.

La soluzione a queste sgradevoli situazioni è molto semplice: è sufficient­e mettere le telecamere a ogni varco, qualunque sia il senso di marcia.

Via Primaticci­o

Due anni fa da via Primaticci­o sono stati tolti i parcheggi sotto gli alberi, non si sa per quale motivo, e creati al loro

Le lettere firmate con nome, cognome e città vanno inviate a «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827703 posto dei giardinett­i che, nelle intenzioni del Comune, dovevano essere per il verde.

Da allora, dopo aver speso quasi un milione di euro, non ci sono più parcheggi per i residenti. In compenso i giardinett­i non sono stati mai controllat­i e cioè seminati, bagnati, taglio erba, anzi, di erba proprio non ne è mai esistita.

«Giardino» senza erba

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