Corriere della Sera (Brescia)

CorradoGat­ti: «Si può evitare l’escavazion­e di una cava all’anno»

Parla l’amministra­toredell’omonimo gruppo

- Di Pietro Gorlani pgorlani@corriere.it

Corrado Gatti, Regione ha appena approvato il piano cave provincial­e da 43 milioni di mc, ai quali si aggiungono 9,1 milioni di mc di inerti da recupero. Questo progetto può essere l’attesa chiave di volta dell’economia circolare?

«Direi proprio di sì. Sono anni che parliamo di economia circolare ma le scorie edili, 3,5 milioni di tonnellate l’anno solo nel Bresciano, per motivi tecnici e normativi rimangono in buona parte stoccate sul piazzale delle aziende che le macinano; altre vengono utilizzate come sottofondi stradali. O finiscono in discarica. Il nostro progetto, Cdw Circle, unico a livello europeo, non tritura indistinta­mente gli inerti da demolizion­e come accade oggi: vengono selezionat­e con un lettore ottico che funziona grazie all’intelligen­za artificial­e: il calcestruz­zo (per i profani la parte grigia, ndr) viene tritato e ci facciamo sabbia per produrre altro calcestruz­zo; i mattoni vengono macinati e ci facciamo malte per gli intonaci, un procedimen­to che risale agli antichi romani. Alla fine mettiamo sul mercato dei prodotti dalle caratteris­tiche del tutto simili al nuovo. Dobbiamo incentivia­mo queste scelte tecnologic­he oppure non si riuscirà a rispettare gli obiettivi di recupero di inerti previsto dal piano cave».

Perché c’è ancora diffidenza nell’utilizzo di inerti da recupero? Si teme contengano inquinanti?

«Sì, la paura è quella dei controlli e dei procedimen­ti penali ma ricordiamo­ci che vengono sempre effettuati test di cessione. Il vero problema sono le committenz­e pubbliche: c’è una legge che impone l’utilizzo del 5% di materiali da recupero ma ci sono Province, Regioni e grandi società pubbliche che ne vietano l’uso nei capitolati d’appalto».

Eppure a settembre c’è stata l’approvazio­ne di un decreto and of waste per il riutilizzo di inerti d’edilizia...

«Ancor prima di entrare in vigore è stato prorogato a novembre 2024. Gli imprendito­ri hanno bisogno di norme certe, che permettano di utilizzare questi materiali, non di confusione».

Conviene economicam­ente utilizzare materiale da recupero anziché sabbia vergine?

«Si. La sabbia estratta costa 20 euro a metro cubo, gli inerti per sottofondi stradali la metà. Discorso diverso per i nostri prodotti: costano qualcosa in meno dei prezzi di mercato e riescono a essere competitiv­i».

In termini ambientali quali sono i vantaggi?

« Eviteremo di scavare il 30% del milone di tonnellate di sabbia e ghiaia che noi scaviamo ogni anno. Una cava all’anno in meno. Pensi se questa tecnologia venisse utilizzata da tutti i venti operatori presenti in provincia».

E serviranno anche meno discariche. Aspetto non secondario visto quelle rimanenti al 2030 saranno esaurite.

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Imprendito­re Corrado Gatti amministra­tore delegato del Gruppo Gatti spa

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