Il litigio, gli spari, la negoziazione La lunga notte di paura e la «resa»
Si sono avvicinati all’ingresso della villetta dopo l’alba, con tutte le cautele del caso: i carabinieri, i colleghi delle Api (Aliquote di primo intervento) schierati attorno all’abitazione e la negoziatrice del Comando provinciale, maresciallo capo Elisabetta Lanza. Avevano capito fosse il momento, escamotage compreso, per ottenere un contatto ravvicinato: «Tua moglie non sta bene, ha bisogno dei suoi farmaci. Adesso». Clic, la maniglia. Dallo specchio della porta, ecco la sagoma: ha le mani libere, niente armi in pugno. Il signor Mario, 74 anni, è stato bloccato e immobilizzato: erano da pochi minuti scoccate le sette del mattino. Si è chiusa così, senza che nessuno si facesse male e dopo una trattativa estenuante, la lunga notte di paura che ha tenuto con il fiato sospeso la piccola frazione di Sopraponte di Gavardo. È lì che giovedì sera il pensionato si era barricato dentro casa, da solo, armato. In stato confusionale. Senza alcuna intenzione di desistere e pure mettendosi a sparare alcuni colpi dai suoi fucili da caccia regolarmente detenuti (scaduta invece la licenza del porto d’armi).
Il signor Mario vive con la moglie. E sembra che tutto sia nato proprio da una lite con lei, nel tardo pomeriggio. Violenta al punto da spingere la signora ad andarsene. A Sopraponte è quindi arrivata la figlia, nel tentativo di calmare il padre. È stata lei a chiamare i carabinieri, dopo aver notato i fucili in giro per casa piuttosto che custoditi al sicuro: «Papà è molto agitato e armato, venite per favore». Giusto il tempo di arrivare e il 74enne si è messo a sparare verso l’esterno, salvo poi chiudersi nell’abitazione. E lo ha fatto pure quando fuori dalla sua villetta, «protetta» da un terrapieno, sono giunti pure i militari Api, del Nucleo operativo e la negoziatrice: almeno cinque colpi dalla veranda rialzata, in direzione delle forze dell’ordine. A quel punto è iniziata la trattativa, non facile: lui che parlava poco e non troppo chiaramente, intercalando la confusione a silenzi anche di un paio d’ore. Pure la figlia, più volte, ha cercato di farlo ragionare. Ma c’è voluto tempo.
Alla fine, una volta reso innocuo, è stato trasferito in ospedale e denunciato per resistenza ed esplosione di colpi da arma da fuoco in luogo pubblico. In casa, i carabinieri hanno sequestrato le armi — cinque fucili (uno semiautomatico) e due carabine ad aria compressa— e le munizioni.