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EpisodiaGavardoePadenghe, controlliperlapestesuina
Non solo nutrie. Nell’ampio territorio bresciano non è in corso esclusivamente il proliferare dei roditori, raddoppiati dal periodo pre-Covid ad oggi e arrivati fino a circa 300 mila esemplari. A destare preoccupazione ci sono anche i cinghiali. Gli ungulati, come dimostrano diversi episodi in Valle Sabbia e tra il Garda e la Bassa, si sono spinti alle porte dei centri abitati. L’ultimo caso, in ordine di tempo, è quello avvenuto a Gavardo. In località Soprazocco, nella zona Campagnola, la scorsa settimana un cittadino del posto si è imbattuto in una decina di esemplari che scorrazzavano in un campo non distante da una cava. «Mi sono imbattuto in un gruppo di cinghiali — racconta Cristian — erano una decina tra grandi e cuccioli. Correvano nel campo prima della cava Pavoni davanti all’allevamento di polli e mi hanno attraversato la strada mentre transitavo. È la prima volta che becco cinghiali in questa zona e mi ha lasciato un po sconcertato». Questo dimostra che gli ungulati si
Prosegue il controllo del territorio, ancora indenne dalla peste suina, Per ora le verifiche hanno riguardato 1348 suini e 97 cinghiali sono spinti in aree che, fino a poco tempo fa, non avevano mai frequentato. Stesso discorso a Carzago di Calvagese, con i cinghiali che hanno anche causato degli incidenti stradali. Per fortuna senza nessuna conseguenza per le persone a bordo delle macchine. Avvistamenti di cinghiali, negli ultimi giorni, anche nel territorio che da Padenghe
conduce fino a Soiano e Polpenazze. I cinghiali sono presenti anche in Franciacorta, con tanto di video amatoriali degli ungulati tra i vigneti o nelle vicinanze di qualche pattuglia dei carabinieri intervenuti a Provaglio d’Iseo per evitare incidenti. Le segnalazioni, oltre il recente caso in zona Campagnola, sono aumentate anche a Gavardo, soprattutto nella frazione Rampeniga, e poi a Muscoline e Limone. E dalle parti delle Fornaci di Gavardo, tra le cave del Budellone, è ormai pieno di cinghiali. Gli avvistamenti sono frequenti, compresa la zona Fornaci, visto che i cinghiali (di notte) arrivano dal monte Budello e dal monte Tesio e gironzolano tra i prati che confinano con diverse abitazioni. Distruggono tutto: dai vigneti del posto ai campi di mais fino a scavare in cerca di bulbi e radici. Ma le carcasse dei cinghiali sono state trovate anche lungo la 45bis, proprio a dimostrazione che non c’è confine che tenga per questi animali.
Senza dimenticare le diffusione di questi esemplari nell’Alto Garda, come nel territorio di Tremosine o in quello di Gargnano.
In un contesto del genere proseguono i controlli per scongiurare l’arrivo della peste suina africana anche in provincia di Brescia. In base al bollettino epidemiologico nazionale, ad oggi il bresciano resta zona indenne. Per adesso sono stati controllati 1.348 suini e 97 cinghiali. Tutti risultati negativi all’incubo peste suina.