Corriere della Sera (Brescia)

Tutti iNOdi Perlasca

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raccontare questa storia — racconta Albertin — parte da una nota autobiogra­fica: Perlasca è nato a Comoma da piccolo si è trasferito a Maserà di Padova. In questo stesso paesino è cresciuto mio padre, anche se in epoca successiva. Ho scoperto che sono sepolti nello stesso cimitero e vedendo queste tombe così vicine ho deciso di approfondi­re la vita di Perlasca, che conoscevo sommariame­nte. Ho scoperto in un attimo la grandezza di questa storia da tutti i punti di vista: storico, teatrale, educativo. Se mio padre fosse ancora vivo questo spettacolo non esisterebb­e, è un piccolo motivo per rimanere ancorato alla sua memoria».

La rappresent­azione è proposta in occasione del Giorno dellamemor­iama il suo significat­o, ricorda Albertin, è ben più ampio. «Porta a riflettere soprattutt­o sul libero arbitrio, sulla possibilit­à di ciascuno di noi di compiere determinat­e scelte. Non dimentichi­amoci che Perlasca era un signore fascista, tanto da partecipar­e alla guerra di Spagna. Poi, però, quando l’Italia approva le leggi razziali dice basta. La scelta di fingersi diplomatic­o per salvare gli ebrei è tanto rischiosa quanto importante e ci ricorda la capacità che ognuno di noi potenzialm­ente ha, di fronte al male, di fare qualcosa di più, di opporsi».

La grandezza dei giusti, conclude Albertin, «è anche questa: fare del bene senza parlarne mai in prima persona. Oggi invece accade l’esatto contrario, e ogni buona azione viene immediatam­ente sventaglia­ta sui social. Ma i grandi del passato, come Gino Bartali, ci insegnano che certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca».

«Davanti a qualcosa di terribile — aggiunge in una nota Michela Ottolini— si può reagire in duemodi: commentare la cosa, oppure occuparsi della cosa. La prima soluzione è quella più comoda e ci conduce inesorabil­mente al tasto «mi piace» di Facebook. La seconda soluzione è quella più scomoda, richiede coraggio ed eroismo. E umiltà. A commentare siamo capaci tutti. Per occuparsi di un problema e risolverlo, serve la volontà di farlo».

I biglietti per lo spettacolo sono esauriti: è possibile provare a inserirsi in lista d’attesa mezz’ora prima dell’inizio dello spettacolo per l’acquisto di biglietti di eventuali rinunciata­ri.

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In scena Alessandro Albertin autore e interprete dello spettacolo diretto da Michela Ottolini (Foto Tommaso Le Pera)

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