Antisemitismo, centrosinistra diviso Blitz antagonista e consiglio sospeso
Il testo originale passa con 26 voti della destra, P de Azione. Gobbi( Magazzino 47) allontanato dall’ aula
L’approvazione della definizione di antisemitismo in Loggia è finita con l’intervento delle forze dell’ordine ad allontanare i contestatari dall’aula. Settimane di discussione in commissione non sono bastate a elaborare un testo alternativo alla definizione dell’Ihra, che è quella approvata ieri in aula da 26 consiglieri di Pd, terzo polo e centrodestra ( il dem Andrea Curcio era uscito dall’aula). Ma la maggioranza è spaccata: tre consiglieri votano contro (Arshad Mehmood di Brescia Capitale, Valentina Gastaldi di Brescia Attiva, Francesco Catalano di Sinistra a Brescia) mentre i tre della civica Castelletti (Francesco Patitucci, Iyas Ashkar e Raisa Labaran) si astengono, anche se la sindaca è favorevole. Per Fabio Rolfi e gli altri capigruppo di centrodestra l’astensione «avrà gravi conseguenze politiche visto che il loro sindaco ha votato a favore della mozione».
È mezzogiorno inoltrato quando il leader del Magazzino 47, Umberto Gobbi, presente tra il pubblico insieme ad una decina di rappresentanti dell’associazione di Amicizia Italia-Israele, esplode: «Israele è uno stato razzista ma affermarlo non è antisemita». «A noi non interessa quello che pensi tu, Gobbi» replica il capogruppo della Lega, Massimo Tacconi. Il rappresentante del mondo antagonista si fa largo tra gli agenti della polizia locale e arriva a un palmo di naso dall’esponente del Carroccio mentre la front-woman bresciana dei giovani Palestinesi d’Italia, Mariam Ghassam rincara la dose: «Questo consiglio non rappresenta la popolazione bresciana». I toni si accendono, Gobbi viene strattonato dagli agenti e reagisce spintonando uno di questi contro le barriere di legno. «Accompagnato» fuori dall’aula, sulle scale d’ingresso critica la programmazione dei lavori del consiglio comunale: «Hanno fatto la pagliacciata di discutere la mattina perché non volevano la presenza dei cittadini». Il presidente del consiglio Roberto Rossini, che tre minuti prima ha sospeso la seduta, ordina agli agenti di fare uscire i manifestanti dalla Loggia.
Nei contenuti la critica di Gobbi è in linea con quella dei tre consiglieri contrari al documento. La loro posizione è sintetizzata dalle parole del palestinese Ashkar: «Basta leggerlo questo documento per capire come sia criticabile, visto che la difesa dei diritti dei palestinesi rischia di diventare antisemitismo mentre mai come oggi è indispensabile criticare Israele per quello che sta facendo. Il fatto che il documento sia stato approvato da diversi Governi non ne fa una scrittura sacra». Il rifermento è all’intervento di Paolo Fontana (Forza Italia): «Il documento dell’Ihra è stato approvato dal governo Draghi e da tutte le grandi democrazie». Per Labaran nel documento il concetto di «antisemitismo combacia ancora con l’antisionismo» mentre Francesco Tomasini (capogruppo Azione) è importante «il riferimento alla necessità di ampliare i reati di apologia del fascismo». Per Giovanni Viviani (civica Rolfi) «Parlare di antisemitismo oggi non significa negare il sacrosanto diritto dei palestinesi ad avere un proprio Stato» mentre per Roberto Omodei (capogruppo Pd) «Il documento è solo un punto di partenza per contrastare l’antisemitismo».
A dibattito ultimato il clima non è dei migliori. Per Mehmood «Il Centrodestra, il Pd e Azione erano d’accordo sin dall’inizio nell’approvare questo testo. Restituiscano i gettoni di presenza delle commissioni». Per Luca Trentini, segretario provinciale di Sinistra Italiana, è «sconcertante che Pd e Azione abbiano preferito fare sponda al centrodestra anziché tenere compatta la maggioranza».