«Leg ambiente ha ragione: giusto chiudere quelp archeggio sotterraneo»
Èincredibile che a 30 anni dall’uscita delle Direttive ministeriali per l’attuazione dei Piani Urbani del Traffico ci sia ancora spazio per posizioni anacronistiche come sta avvenendo a Brescia per il parcheggio Vittoria. L’opposizione della Sindaca alle ragionevoli proposte di Legambiente per usare in modo più razionale quel parcheggio (eliminando le ricorrenti e inquinanti code) è probabilmente frutto di prudenza per non inimicarsi una certa parte di persone (forse neppure concittadini) abituate ad arrivare in centro in auto. Ma non vale la scusante che portarsi appresso l’auto serva per le compere di oggetti che sono di piccolo peso e nessun ingombro. O vogliamo prenderci in giro?
Resta però il fatto che l’uso di questo parcheggio comporta una spesa minore di quella del mezzo pubblico (non è così se si include anche il costo del carburante). Due ore di sosta in Vittoria costano 5,40 euro mentre una coppia o una famiglia di 3 persone ne deve spendere rispettivamente 6,80 e 10,20 per acquistare i biglietti di andata/ritorno in metrò o bus. Disparità di trattamento che va eliminata – come chiede Legambiente – se si vuole favorire il trasporto pubblico locale. D’altronde, se è concessa agli studenti una tariffa di 50 centesimi al giorno nel parcheggio dell’Università (e un abbonamento annuo ai mezzi pubblici da 76,8 euro anziché 215) sono evidenti i «favoritismi» per l’auto. Il Comune si chieda anche come può recuperare quei 3,5 milioni di euro di introiti da biglietti (circa il 20% del totale) che ancora mancano dopo la batosta del Covid. Molti accessi in auto ai luoghi centrali sarebbero evitabili con politiche coordinate di gestione degli spazi; non solo con una «vera» Ztl ma, ad esempio, limitando a 2 ore la durata massima della sosta su strada (così da favorire il traffico operativo) e imponendo pass a pagamento ai non residenti e a chi accede a cortili e garage di uffici pubblici, come è nel centro di Ferrara. Auto che tanto incidono sul traffico nelle ore di punta. Si tratta del «Workplace Parking Levy», in adozione a Edimburgo e presente a Nottingham (522 sterline/anno a posto auto) dove l’uso di questi proventi è vincolato («ring fenced») a favore del trasporto pubblico. Guarda caso, misura attuata nel momento in cui lì si costruiva il tram (2012)! Sosta, accessibilità e trasporto collettivo sono aspetti di un unico tema: la gestione della mobilità. Che non può essere condotta in modo contraddittorio, per salvare «capra e cavoli», invocando l’attesa di un tram. Una scusante pilatesca che fa torto all’intelligenza. È venuto il momento di avviare un percorso coerente con quanto stabilito nel Piano urbano della mobilità sostenibile del 2018. Cominciando da cose semplici: tariffe a favore delle famiglie con più componenti e introduzione del ticket «1+4» come nei Land tedeschi. Il «biglietto 24 ore» da 3,80 euro già esistente va benissimo: va incrementato di 0,80 euro per ogni componente, così che una coppia con un figlio paghi 5,40 euro (come 2 ore di parcheggio in Vittoria) ma possa muoversi tutto il giorno. Le scelte saranno apprezzate da maggioranze che sanno come il bene collettivo (un uso sobrio dell’auto per una città a misura d’uomo) debba prevalere sulle lamentazioni dei pochi.