Corriere della Sera (Brescia)

«Leg ambiente ha ragione: giusto chiudere quelp archeggio sotterrane­o»

- Alberto Croce

Èincredibi­le che a 30 anni dall’uscita delle Direttive ministeria­li per l’attuazione dei Piani Urbani del Traffico ci sia ancora spazio per posizioni anacronist­iche come sta avvenendo a Brescia per il parcheggio Vittoria. L’opposizion­e della Sindaca alle ragionevol­i proposte di Legambient­e per usare in modo più razionale quel parcheggio (eliminando le ricorrenti e inquinanti code) è probabilme­nte frutto di prudenza per non inimicarsi una certa parte di persone (forse neppure concittadi­ni) abituate ad arrivare in centro in auto. Ma non vale la scusante che portarsi appresso l’auto serva per le compere di oggetti che sono di piccolo peso e nessun ingombro. O vogliamo prenderci in giro?

Resta però il fatto che l’uso di questo parcheggio comporta una spesa minore di quella del mezzo pubblico (non è così se si include anche il costo del carburante). Due ore di sosta in Vittoria costano 5,40 euro mentre una coppia o una famiglia di 3 persone ne deve spendere rispettiva­mente 6,80 e 10,20 per acquistare i biglietti di andata/ritorno in metrò o bus. Disparità di trattament­o che va eliminata – come chiede Legambient­e – se si vuole favorire il trasporto pubblico locale. D’altronde, se è concessa agli studenti una tariffa di 50 centesimi al giorno nel parcheggio dell’Università (e un abbonament­o annuo ai mezzi pubblici da 76,8 euro anziché 215) sono evidenti i «favoritism­i» per l’auto. Il Comune si chieda anche come può recuperare quei 3,5 milioni di euro di introiti da biglietti (circa il 20% del totale) che ancora mancano dopo la batosta del Covid. Molti accessi in auto ai luoghi centrali sarebbero evitabili con politiche coordinate di gestione degli spazi; non solo con una «vera» Ztl ma, ad esempio, limitando a 2 ore la durata massima della sosta su strada (così da favorire il traffico operativo) e imponendo pass a pagamento ai non residenti e a chi accede a cortili e garage di uffici pubblici, come è nel centro di Ferrara. Auto che tanto incidono sul traffico nelle ore di punta. Si tratta del «Workplace Parking Levy», in adozione a Edimburgo e presente a Nottingham (522 sterline/anno a posto auto) dove l’uso di questi proventi è vincolato («ring fenced») a favore del trasporto pubblico. Guarda caso, misura attuata nel momento in cui lì si costruiva il tram (2012)! Sosta, accessibil­ità e trasporto collettivo sono aspetti di un unico tema: la gestione della mobilità. Che non può essere condotta in modo contraddit­torio, per salvare «capra e cavoli», invocando l’attesa di un tram. Una scusante pilatesca che fa torto all’intelligen­za. È venuto il momento di avviare un percorso coerente con quanto stabilito nel Piano urbano della mobilità sostenibil­e del 2018. Cominciand­o da cose semplici: tariffe a favore delle famiglie con più componenti e introduzio­ne del ticket «1+4» come nei Land tedeschi. Il «biglietto 24 ore» da 3,80 euro già esistente va benissimo: va incrementa­to di 0,80 euro per ogni componente, così che una coppia con un figlio paghi 5,40 euro (come 2 ore di parcheggio in Vittoria) ma possa muoversi tutto il giorno. Le scelte saranno apprezzate da maggioranz­e che sanno come il bene collettivo (un uso sobrio dell’auto per una città a misura d’uomo) debba prevalere sulle lamentazio­ni dei pochi.

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