Corriere della Sera (Brescia)

Lavoro, a gennaio 15mila assunzioni Mancano infermieri camerieri e baristi

Nei primi tremesi sono previste oltre 37mila entrate

- Di Thomas Bendinelli

Nel mese di gennaio sono 15 mila (14.930 per la precisione) le nuove assunzioni nel bresciano, secondo le stime fatte da Unioncamer­e/ Anpal. Non significa che il saldo sia necessario positivo ( ci sono anche quelli che escono dal mercato del lavoro), ma dà l’idea di un certo dinamismo. Ancor più se la stima è fatta sui tre primi mesi dell’anno (37.640 entrate previste).

In tale quadro per diversi lavori c’è una difficoltà crescente a trovare le figure profession­ali adatte, che in alcuni casi supera ampiamente il 50% del totale delle figure ricercate.

I tecnici della salute (infermieri, educatori profession­ali, fisioterap­isti) mancano proprio (500 in un mese la domanda), al punto che tre imprese su quattro lamentano una difficoltà di reperiment­o. Allo stesso modo nel commercio tra le figure profession­ali più richieste vi sono addetti nelle attività di ristorazio­ne (1.100 tra camerieope­rai ri di sala, banconieri di bar, aiuto cuoco), addetti alla segreteria (1000), operai specializz­ati su macchine automatich­e (690). Quel che si osserva è che mancano sì figure profession­ali formate ma in non pochi casi si sta parlando di livelli medio bassi per quanto riguarda il titolo di studio, per certi versi un effetto del tessuto produttivo bresciano.

Delle 15 mila entrate previste, infatti, oltre un sesto (2.540) si accontenta­no della scuola dell’obbligo, con in testa la figura degli addetti ai servizi di pulizia (450). Per gli specializz­ati e conduttori di impianti e macchine si sta parlando di scuole di formazione profession­ale.

Più cresce il titolo di studio richiesto, più diminuisco­no anche le figure profession­ali cercate e, non da ultimo, calano anche in alcuni casi le difficoltà di reperiment­o, ad eccezione appunto dei tecnici della salute. Il titolo di studio elevato non si traduce quindi automatica­mente in figura specializz­ata richiesta, anzi. Dei 15 mila ingressi mensili, quasi il 40% riguarda appunto operai specializz­ati, una percentual­e che è quasi di 10 punti percentual­i superiore alla media nazionale e di 12 punti rispetto alla media regionale. Al contrario, tecnici e dirigenti a Brescia rappresent­ano il 21% degli ingressi, contro una media regionale vicina al 30% e una nazionale che è al 26%.

Brescia è tra le dieci province con più entrate previste a livello nazionale ma non è tra quelle che offrono più opportunit­à per i giovani under trenta, dove scivola oltre la 25esima posizione. Quel che è certo è che per le imprese trovare manodopera si sta facendo sempre più complicato. Al momento più di uno su quattro sta offrendo maggiore flessibili­tà sull’orario e sul luogo di lavoro, mentre uno su cinque sta anche pensando di aumentare i salari per trattenere i talenti (anche se non strategici).

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