Il delitto Karamazov La parte processuale finora sorvolata
Quattro fratelli, un omicidio e l’individuazione di un colpevole che si rivela più complessa del previsto. «Il delitto Karamazov» — produzione del Centro teatrale bresciano in collaborazione con Teatro Out Off che andrà in scena da questa sera al 7 febbraio al Mina Mezzadri — non è una semplice riduzione dell’ultimo romanzo di Dostoevskij bensì l’ampliamento di una delle sue parti.
Il testo è stato scritto dal russologo ed esperto dell’autore ottocentesco Fausto Malcovati e la regia è di Lorenzo Loris, che spiega: «Nel romanzo il processo viene evocato ma non descritto. Noi abbiamo costruito un vero processo partendo da tre scene fondamentali scritte da Malvati».
La storia si sviluppa a partire dalla seconda parte del romanzo: il parricidio è compiuto e Dmitrij, il fratello maggiore, è accusato del delitto. Il secondo figlio, Ivan, è convinto della sua colpevolezza; Alëša, il più giovane, sostiene invece che sia innocente. C’è però anche un quarto personaggio che esce dalla penombra e complica il quadro: Smerdjakov, fratellastro degli altri tre e accolto in casa come servo. Tutti e quattro hanno un pessimo rapporto con il padre, Fedor Pavlovic, un uomo violento e lascivo.
Il nucleo della rappresentazione è tanto l’errore giudiziario — il colpevole alla fine confesserà ma non verrà creduto — quanto la riaffermazione della forza delle parole. Il delitto stesso infatti matura come un percorso che dalle parole (quelle pronunciate a più riprese da Ivan contro il padre) porta al compimento dell’atto criminale.
«Le teorie immorali di Ivan, un cattivo maestro, creano un ponte con la contemporaneità a partire proprio dalla responsabilità di ciò che si dice. Ivan— continua Loris— conduce il fratello al delitto solo parlando, senza arrivare a compierlo materialmente lui stesso». Da questo punto di vista il testo, sottolinea il regista, «può essere interessante anche per richiamare alla responsabilità molti comunicatori politici di oggi che pronunciano parole violente e incitano all’odio strumentalizzando ciò che accade per scatenare reazioni negative». Nel cast Mario Sala, Lucio Nardi, Antonio Gargiulo, Matteo Vitanza e Giuseppe Gambazza. Lo spettacolo è arricchito da elementi multimediali e la musica è composta dagli allievi della Civica scuola di musica Claudio Abbado. Le rappresentazioni si terranno tutti i giorni (escluso il lunedì) alle 20.30, la domenica alle 15.30. Tutti i biglietti sono esauriti: è possibile inserirsi nelle liste d’attesa a partire da mezz’ora prima dell’inizio degli spettacoli.