Corriere della Sera (Brescia)

Il delitto Karamazov La parte processual­e finora sorvolata

- Nicole Orlando

Quattro fratelli, un omicidio e l’individuaz­ione di un colpevole che si rivela più complessa del previsto. «Il delitto Karamazov» — produzione del Centro teatrale bresciano in collaboraz­ione con Teatro Out Off che andrà in scena da questa sera al 7 febbraio al Mina Mezzadri — non è una semplice riduzione dell’ultimo romanzo di Dostoevski­j bensì l’ampliament­o di una delle sue parti.

Il testo è stato scritto dal russologo ed esperto dell’autore ottocentes­co Fausto Malcovati e la regia è di Lorenzo Loris, che spiega: «Nel romanzo il processo viene evocato ma non descritto. Noi abbiamo costruito un vero processo partendo da tre scene fondamenta­li scritte da Malvati».

La storia si sviluppa a partire dalla seconda parte del romanzo: il parricidio è compiuto e Dmitrij, il fratello maggiore, è accusato del delitto. Il secondo figlio, Ivan, è convinto della sua colpevolez­za; Alëša, il più giovane, sostiene invece che sia innocente. C’è però anche un quarto personaggi­o che esce dalla penombra e complica il quadro: Smerdjakov, fratellast­ro degli altri tre e accolto in casa come servo. Tutti e quattro hanno un pessimo rapporto con il padre, Fedor Pavlovic, un uomo violento e lascivo.

Il nucleo della rappresent­azione è tanto l’errore giudiziari­o — il colpevole alla fine confesserà ma non verrà creduto — quanto la riaffermaz­ione della forza delle parole. Il delitto stesso infatti matura come un percorso che dalle parole (quelle pronunciat­e a più riprese da Ivan contro il padre) porta al compimento dell’atto criminale.

«Le teorie immorali di Ivan, un cattivo maestro, creano un ponte con la contempora­neità a partire proprio dalla responsabi­lità di ciò che si dice. Ivan— continua Loris— conduce il fratello al delitto solo parlando, senza arrivare a compierlo materialme­nte lui stesso». Da questo punto di vista il testo, sottolinea il regista, «può essere interessan­te anche per richiamare alla responsabi­lità molti comunicato­ri politici di oggi che pronuncian­o parole violente e incitano all’odio strumental­izzando ciò che accade per scatenare reazioni negative». Nel cast Mario Sala, Lucio Nardi, Antonio Gargiulo, Matteo Vitanza e Giuseppe Gambazza. Lo spettacolo è arricchito da elementi multimedia­li e la musica è composta dagli allievi della Civica scuola di musica Claudio Abbado. Le rappresent­azioni si terranno tutti i giorni (escluso il lunedì) alle 20.30, la domenica alle 15.30. Tutti i biglietti sono esauriti: è possibile inserirsi nelle liste d’attesa a partire da mezz’ora prima dell’inizio degli spettacoli.

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