UraganoGermani: domina aNapoli ed è sempre più prima
E adesso che si fa? Si parla di scudetto o si continua con il basso profilo? Doveroso interrogarsi, così come è d’obbligo riepilogare i numeri da sballo della Germani capolista quando gioca lontano da casa (dove ha perso una volta): +28 a Treviso, +12 a Pistoia, +28 a Casale, +24 a Trento, ora +21 a Napoli dove è finita 83-104: en passant, Brescia ha vinto a Scafati e Reggio Emilia, in palazzetti caldi, pagando dazio solo a Bologna (terza in Eurolega), Venezia (capolista a lungo) e Brindisi (unica sconfitta evitabile, un mese fa).
Dopo quattro giornate del girone di ritorno, a undici giorni dai quarti di finale della Coppa Italia - proprio con Napoli, a Torino - che l’anno scorso per la prima volta parlò bresciano, è il caso di non essere più sorpresi dalle vittorie. Anche se dovesse perdere domenica al Palaleonessa contro Reggio Emilia, si presenterà poi in campionato a marzo, alla ripresa dopo la sosta per la coppa e le nazionali, in testa alla classifica. Da sola o in compagnia, si vedrà. Ma con merito indiscutibile. Dopo aver vinto con Pistoia senza Gabriel, Magro si è permesso di lasciare a riposo Della Valle senza che il rendimento ne risentisse. Con la regia di Christon e il solito Massinburg, autore di 23 punti, Brescia è volata subito via sul 24-5 contro un avversario di alto livello, quinto e reduce da quattro vittorie nelle ultime cinque partite, letteralmente tramortito. Questo è un gruppo che talvolta si concede della pause, ma molla dei cazzotti degni del miglior Tyson. Chi si alza, poi fatica a recuperare. Così è stato anche a Napoli, dove Brescia ha «maradoneggiato» per due quarti: si è spinta sul +26, poi ha gestito le forze senza mai andare in affanno - chirurgici gli affondi, grazie al buon impatto della panchina, se Napoli tornava attorno ai 15 punti di distacco - quando la squadra di casa ha provato a rialzare la testa. Ottima la fase difensiva, sempre centrale per Magro, così come il rendimento sotto canestro di Bilan e soci. Non esiste differenza se la Germani gioca con il primo o con il secondo quintetto (strepitosa la prova di Cournooh, 18 punti): è sempre un’anima sola, un corpo unico. «Che bello è...», canta Jovanotti: adesso è il coro di tutta una città.
Assente Della Valle
Pur senza la propria stella, dominio totale sin dal via: Massinburg il migliore