«L’ultimo desiderio: il nome Giacomo per il nipotino»
«Ho chiesto al Signore che passasse il male a me», disse Giusy Alessi, madre delle tre sorelle Fanchini, alle esequie della figlia. Il volto sofferente ma fiero, forte di quella fede che resta. Ancora più forte. «Mi ha aiutato tanto - racconta - a volte mi stupisco persino io della forza che ho. Sarà la fede, o la mia Elena, questo non lo so. Però posso dire di sentirla vicina, ogni giorno. A volte mi sembra di sentire la sua voce che dice “mamma”, mi è capitato qualche notte fa. Un suo cugino mi ha detto di averla sognata, si raccomandava di non piangere per lei. E io ci provo».
Famiglia solida, i Fanchini. Un blocco unico, una squadra vera, una staffetta nella quale l’ultimo frazionista (Giacomo, terzo figlio di Nadia e del compagno Devid) ha quattro mesi: «Speravo nella femmina? Ma no - Giusy accenna un sorriso - e poi le svelo una cosa: Elena era stata la prima a sapere che Nadia fosse incinta, aveva guardato il calendario cinese ed era convinta sarebbe stato un altro maschio. Disse che le sarebbe piaciuto il nome Giacomo. E Alessandro, il primogenito di Nadia, aveva espresso lo stesso desiderio. Era destino si chiamasse così». Abituarsi all’assenza di Elena è difficile: «Non mi sembra vero, a volte, che non sia qui con noi. E sono felice dell’affetto tangibile che provano per lei le persone che l’hanno conosciuta: di recente siamo stati a Cortina con le ex discesiste, ricordavano la mia Elena mattacchiona. Io posso dire di aver visto il suo lato altruista e sensibile: a Milano, durante le chemioterapie, invece di lamentarsi si preoccupava per i bambini che lottavano con il cancro come lei». Nel suo ricordo, intanto, si sono moltiplicate le donazioni per l’Airc: «Nei giorni della sua morte siamo arrivati a 46 mila euro, ma ci hanno detto che molte altre sono arrivate direttamente all’associazione». Ora si pensa a una gara a Borno, con un trofeo che porti il suo nome: «La mia Elena sugli sci era sorridente e io vorrei fosse ricordata sempre così».