Lancini lancia il Gioco dell’oca per spiegare l’Ue agli elettori
«L’Europa è percepita distante, è unmodo per avvicinare i cittadini»
Il Gioco dell’Oca si trasforma in uno strumento per apprendere il funzionamento delle istituzioni e della politica europea. Il nuovo gioco da tavolo, intitolato EurOca, è l’ultima trovata dell’onorevole della Lega, Oscar Lancini.
L’eurodeputato ha fatto produrre qualche migliaio di esemplari che distribuisce gratuitamente durante gli appuntamenti della campagna elettorale. «Siccome mi sono reso conto che l’Europa è percepita distante dai cittadini comuni, questo può essere uno strumento divertente per avvicinare i bresciani alle istituzioni europee» afferma l’onorevole del Carroccio.
Lo slogan promozionale (non del gioco ma della sua campagna elettorale) è presto fatto: «EurOca per riportare Lancini in Europa».
L’impostazione politica è chiara sin dal primissimo sguardo alla scatola. Svetta un enorme disegno che riporta il volto sorridente del parlamentare europeo, la bandiera europea, una verdissima regione Lombardia e l’immancabile Sole delle Alpi (un simbolo del paese di Adro di cui Lancini è stato sindaco).
L’idea del gioco è nata dalla constatazione che non tutti i bresciani siano a conoscenza di ciò che accade nelle aule di Strasburgo e di Bruxelles. «Ci sono domande semplici per coinvolgere la gente, l’Europa esiste non possiamo farne a meno ma dobbiamo cambiarla» spiega l’onorevole. Un gioco da tavolo «divertente» assicura Lancini perché coinvolge le persone su alcuni provvedimenti molto tecnici (e forse un tantino noiosi) «dinanzi ai quali la gente scapperebbe».
Pertanto ad ogni casella i giocatori devono rispondere ad una domanda «Chi replica correttamente va avanti, altrimenti si incorre in una penalità».
È chiaro che, le risposte giuste per il gruppo parlamentare di Oscar Lancini non sarebbero altrettanto positive per gli esponenti del Partito Democratico ma l’esponente della Lega non si tira indietro: «Sono disposto a confrontarmi anche con chi non la pensa come me. Ma più che ai politici, a me interessa il giudizio dei cittadini: l’impatto delle norme europee finisce su di loro». Il Green Deal è nel mirino delle critiche del leghista poiché «si rischia che le nostre aziende dell’automotive chiudano a causa introduzione dell’autoelettrica». Tra critiche e applausi l’Europa si sta compiendo, il dado è tratto.