Mostra monografica all’ Aref nel 25esimo della morte di Avigo
Il pittore bresciano Claudio Avigo (19721999) ci osserva con sguardo interrogatorio dal suo «Autoritratto» con ambientazione notturna, che sembra un paesaggio interiore. Pur giovane, ha saputo creare una sua sintesi pittorica dal gusto già deciso, dai temi definiti. «Sembrava avesse subito chiaro il suo obiettivo, non era un pittore che andava a tentativi» ha affermato Silvia Iacobelli, socio fondatore dell’Associazione culturale ed artistica Aref, presieduta da Roberto Ferrari. In questi giorni la Galleria di SpazioAref in Piazza Loggia 11/f ha organizzato, in consonanza con i genitori di Claudio, Daniela e Fausto, unamostra commemorativa a 25 anni dalla scomparsa, «Riflessi Sparsi» (ingresso libero, fino al 18 febbraio, da giovedì a domenica, 16-19.30, www.aref-brescia.it). Breve è stato il passaggio terreno di Claudio Avigo, come il lasso di tempo della sua pittura – dai paesaggi alla ritrattistica, fino all’aspro confronto con l’informale più astratto – ma incisiva è rimasta la sua presenza, nel panorama bresciano e in chi lo ha conosciuto. «Avrebbe potuto vivere di pittura» ha affermato l’artista Giulio Mancabelli, ricordandone l’attività (iniziata con un concorso nel 1993) e il successo di pubblico e critica riscosso dalla personale alla Galleria UCAI di Brescia, da lui predisposta appena prima dellamorte (in un incidente d’auto), e poi realizzata postuma dai genitori. Nell’occasione successiva di unamostra a Sirmione, sotto lo strato di vernice di un quadro, è stato scoperto un abbozzo «sapiente», che si rifaceva al «Quarto Stato» di Pellizza da Volpedo, e non concluso, per la precoce scomparsa: è stato ugualmente apprezzato e venduto. Allo SpazioAref ritroviamo paesaggi bresciani emilanesi. I «Tetti di Brescia»; il gioco di luce del «Notturno a Milano»; i «Binari»; una «Fabbrica»; una «Centrale termica»; una «Cartiera a Caino». Ma anche il «Ritratto di Picasso» amatita, in una dimensione orizzontale – dove «il fondo dell’opera possiede una leggerezzamaterica che sostiene il soggetto, dando un tocco unico» – così come i «Ritratti» di un amico e del leader dei Nirvana. Le tecniche materiche differenti «danno l’impressione che l’artista incida la superficie pittorica» ha evidenziato Iacobelli. Con il loro tocco di modernità, i quadri di Claudio Avigo si combinano con quelli dei «padri» Emilio Rizzi e di Giovan Battista Ferrari, i noti pittori delle generazioni precedenti, protagonisti della permanente di SpazioAref.