Schiantomortale in A21 a causa della nebbia fitta Cinque persone indagate
Un atto «di garanzia» per un camionista e quattro automobilisti
Il passaggio è tecnico. Un atto «dovuto» e «di garanzia» affinché possano presiedere — nominando un esperto di fiducia— agli accertamenti tecnici disposti dalla Procura. In questo caso, le autopsie (quindi le conclusioni che stilerà il medico legale nella sua relazione) e una consulenza cinematica volta a ricostruire nei dettagli la dinamica dello schianto. Un incidente terribile, nel quale il 5 febbraio scorso, lungo la A21, in direzione Brescia, tra Pontevico e Manerbio (circa duecento metri prima del casello) si scatenò l’inferno a causa della nebbia fittissima: un maxi tamponamento a catena con una decina di incidenti distinti nel raggio di cinque chilometri, in più fasi dal bilancio pesantissimo: 64 persone coinvolte (18 trasferite in ospedale in codice giallo, 30 in verde e 14 che invece non hanno avuto bisogno di un ricovero), decine di veicoli coinvolti. E due vittime. Non ce l’hanno fatta Pietro Pelucchi, 76 anni, e la moglie Antonella Mombelli, di 69, che vivevano a Pontevico. In cinque,
La mattina del 5 febbraio in A21 si scatenò l’inferno per la fitta nebbia: due le vittime, 64 persone coinvolte
adesso, sono stati iscritti nel registro degli indagati dal sostituto procuratore Victoria Allegra Boga, titolare del fascicolo: rispondono di duplice omicidio stradale (colposo) e lesioni. In sostanza, si tratta dei conducenti dei veicoli coinvolti a vario titolo nell’incidente: un camionista e quattro automobilisti. Stando alla prima ricostruzione, i coniugi stavano viaggiando a bordo della loro Dacia quando verosimilmente anche a causa della nebbia l’auto avrebbe tamponato la bisarca carica di vetture che la precedeva (ed era praticamente ferma). A loro volta, però, le vittime furono tamponate da un furgoncino che dopo l’impatto finì con le ruote anteriori proprio sulla bisarca. La Dacia fu spinta quindi in parte sotto l’autoarticolato, senza lasciare scampo alla coppia.