Corriere della Sera (Brescia)

Stop sfratti e più case Il presidio all’Aler

- Manuel Colosio

Traffico che rallenta allo scorgere delle bandiere che chiedono lo stop a sfratti e sgomberi e dei cartelli gialli che reclamano assegnazio­ni di case popolari. Si alza il coro del centinaio di persone presenti: «Casa, diritti, dignità». Fotografia della protesta di ieri all’esterno di Aler a Brescia promossa da diverse realtà che si battono da anni per il diritto all’abitare (Diritti per tutti, Collettivo Gardesano Autonomo, Onda studentesc­a e Cs Magazzino4­7) al quale hanno anche aderito diverse realtà sociali, politiche e sindacali. Il tema è quello dell’emergenza abitativa: come primo punto si chiede all’agenzia di edilizia residenzia­le regionale di assegnare nel prossimo bando almeno 200 alloggi popolari, quadruplic­ando quindi l’offerta rispetto al 2023. Pare che Aler sia pronta a metterne a disposizio­ne 226, che si aggiungono ai 257 annunciati dal Comune di Brescia dopo le sistemazio­ni di quelli inagibili. Il totale fa 483, ovvero 5 volte di più rispetto ai 94 disponibil­i l’anno scorso. «Un passo in avanti nella direzione giusta, anche se c’è ancora molto lavoro da fare» commenta Umberto Gobbi di «Diritti per tutti» che, dati alla mano, parla di «oltre 400 alloggi, pari al 20% del patrimonio comunale, ancora da sistemare, ai quali vanno aggiunti quelli di Aler alla quale chiediamo di conoscere numeri e cronoprogr­amma degli interventi». Non solo: all’ Agenzia si chiede anche di intervenir­e sulle spese condominia­li «che in alcuni casi sono esorbitant­i, come alle Case del sole di via Milano» e alla Prefettura di ripristina­re «il “tavolo sfratti”, nei fatti soppresso». A fianco della protesta alcuni consiglier­i comunali di maggioranz­a come Labaran, Mehmood e Catalano, con quest’ultimo che attacca Aler «gestita da Regione Lombardia con risultati disastrosi» oltre che governo regionale e nazionale «che non attuano adeguate politiche abitative». Alla protesta ha aderito anche la lista studentesc­a «Studenti per» di UniBs per denunciare i prezzi proibitivi per gli studenti «che hanno fatto entrare Brescia nella top ten nazionale per costi di stanze» e il sindacato di base Cobas, secondo il quale «chi viene a lavorare a Brescia fatica a trovare casa, se non a prezzi impossibil­i». Per non parlare di chi giunge da altri paesi, come ricorda di Driss Ennya dell’ufficio immigrati Cgil che parla di «discrimina­zioni nei confronti degli immigrati che cercano casa». Presente anche chi si batte contro la violenza sulle donne, come «Non una di meno», perché «la mancanza di case rientra nel tema della violenza economica, che ostacola la fuoriuscit­a dalla violenza domestica». Tante facce, un solo problema: quello della casa, che a Brescia manca come non mai.

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