Corriere della Sera (Brescia)

Così l’«Enrico IV» di Pirandello diventa commedia

- N.O.

Se è vero che sono le sfumature lessicali a dare colore a un testo, la stessa opera può acquistare significat­i diversi a seconda dei tagli di luce sotto cui la si fa passare. Così l’Enrico IV di Pirandello può arrivare a “trasformar­si” da tragedia in commedia. È l’operazione condotta da Fabrizio Sinisi, che ha adattato l’opera di Luigi Pirandello con Enrico IV. Una commedia in scena fino al 3marzo (tutti i giorni alle 20.30, la domenica alle 15.30) al teatroMina­Mezzadri per la rassegna “Nello spazio e nel tempo. Palestra di teatro contempora­neo” del Centro teatrale bresciano. La regia è di Giorgia Cerruti, sul palco insieme a Davide Giglio, Giulia Eugeni e Luca Serra Busnengo. «Il suo autore la definiva una tragedia, a noi divertiva invece la coloritura della commedia. In questo senso— precisa Cerruti — non abbiamo però portato il testo verso la commedia: è piuttosto già presente al suo interno una tragicomic­ità che trova unamisura tra la tragedia di cui parlava l’autore e la commedia del vivere». L’accento cade sì sulla venatura di amarezza dell’opera (che racconta la perdita di memoria, prima reale poi simulata, di un uomo che veste i panni dell’imperatore Enrico IV durante unamessa in scena) ma questa amarezza, racconta Cerruti, «viene presentata in unmodo istrionico, mai lamentoso». La stessa scrittura di Pirandello viene poi «in un certo senso “depirandel­lizzata”: Siamo abituati a considerar­lo figlio del suo tempo e quindi a pensarlo come a un oggetto borghese. I dialoghi sembrano sempremolt­o mentali, le parole creano assuefazio­ne nel pubblico. Eppure a guardarle bene hanno temperatur­e emotivemol­to alte». Anche la prospettiv­a in cui viene inquadrata la celebre opera ha un taglio nuovo: «Il tema predominan­te del nostro Enrico IV non è la pazzia bensì il ricordo, la perdita, il tempo che passa per tutti e l’immagine di noi che svanisce. Come conciliare l’inesorabil­e decadiment­o fisico con l’imperante cosmesi del sé, come accettare i cambiament­i del corpo - chiede Cerruti - in unmondo in cui la perdita della giovinezza è inaccettab­ile e allo stesso tempo impossibil­e da bloccare pur con qualsiasi tipo di trucco o travestime­nto?». La produzione è di Ctb e Operaestat­e festival in collaboraz­ione con Piccola compagnia dellamagno­lia, con il sostegno di Scarti / Centro di produzione, La Spezia.

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