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Degrado diffuso
Passeggiando per la città, soprattutto in zona TicineseSan Gottardo e parchi annessi, mi chiedo spesso: « Ma qualcuno del Comune passerà da queste parti?». Talvolta mi vergogno dello stato della città. Poi però penso anche che sicuramente sbaglio, forse è un errore porre la cosa in questo modo; forse non c’è nulla da fare ed è anche inutile prendersela con l’amministrazione: in fondo, che cosa si può fare per cambiare le cose? In momenti come questi mi prende lo sconforto. Adesso mi viene da pensare che, quasi quasi, per uscire da questa spiacevole sensazione esco anch’io a imbrattare un muro o a riempire un cestino pubblico con la mia spazzatura, così, tanto per fare qualcosa di disdicevole. Altrimenti che gusto c’è a vivere...
Servizio pubblico
Quanta verità nella sua risposta sulla medicina umana. Ho vissuto 50anni con mia moglie medico pediatra e ho condiviso l’umanita al servizio di chi soffre. Oggi, vedovo,
Caro Schiavi, non ha prezzo telefonare a se stessi e sentire la voce di un poliziotto che dice dal tuo cellulare: «Tranquillo ce l’ho io e ho anche il ladro che gliel’ha appena rubato in metropolitana. Ci vediamo in questura». È impagabile incontrare gli autori dell’arresto con destrezza, raggianti come gli azzurri del calcio dopo un rigore che vale gli Europei: cinque agenti-ragazzini, quattro uomini e una donna, due in prova al primo giorno di servizio, equipaggioMetro 20.
Per un telefono cellulare passato quasi in diretta streaming dalle mani del ladro confesso (ma dopo aver tentato di scappare), ai tentacoli dell’inesorabile cinquina, dieci spariscono, smontati e venduti chissà dove. Segnalare ai milanesi questa ronda dello Stato che perlustra vagoni e marciapiedi della metropolitana, in altri momenti sarebbe solo utile, in questi giorni fa piacere per loro, Giuseppe, Francesco, Gianmarco e le due reclute anonime. La rabbia e l’orgoglio: il secondo prevale sempre.
Che cosa si può fare?
Caro Spartà, una notizia di alleggerimento, dopo i giorni dei manganelli, che fa bene a polizia e cittadini. E una restituzione questo importante sentimento lo vivo tramite mia figlia, anche lei medico.
Temo che l’umanità nella medicina si sia maggiormente allontanata, in certi casi, grazie a certa politica sanitaria che ha privilegiato il servizio privato (dunque piu speculazione) al servizio pubblico. Per fortuna abbiamo esempi umanamente importanti
ViaVigoni di fiducia, come quando «arrivano i nostri» al tempo giusto e nel momento giusto. Quella telefonata forse non le ha allungato la vita, come nel famoso spot, ma chi la riceve sta sicuramente meglio…
Qualche tempo fa abbiamo fatto richiesta a direttrici e dirigenti di due biblioteche milanesi di esporre i nostri acquerelli: si tratta della Accursio (piazzale Accursio) e della Quarto Oggiaro (di fronte a Villa Scheibler). Siamo state accolte con calore e gentilezza, i dirigenti ed il personale si sono mostrati disponibili e di grande supporto nell’allestimento e non solo. Siamo tre pittrici amatoriali ad abbiamo creato un nostro brand Le gemelle diverse (due sono gemelle sul serio e una no). Siamo state inserite nel vastissimo programma con altre esposizioni di fotografia e di scrittura e di lettura testi e di poesie. Il tutto fa parte di un progetto di rivitalizzazione delle periferie e delle biblioteche milanesi voluto dal Comune, con l’entusiasmo del personale e quasi a zero budget.
Ci sono cose che accadono perché c’è gente speciale che le fa accadere. Avanti così. che indicano le giusta via!
Medicina e umanità
Le buche e i vigili
Questa mattina rivedo in via Vigoni, angolo San Francesco d’Assisi, una buca giusto sulle righe pedonali. È di una quarantina di centimetri e profonda almeno quindici. Pericolosa per i pedoni, pericolosa per cicli e motocicli e direi anche per le auto. Pericolosa anche perché un’auto che transita veloce fa partire come proiettili frammenti di manto stradale e ciottoli.
Rivedo, perché era lì anche martedì mattina. Ingenuamente credevo che anche altri, oltre a me, avessero il dono
Le lettere firmate con nome, cognome e città vanno inviate a «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827703 della vista.
Pazienza: chiamo il centralino della polizia municipale per avvisare del problema. Chiamavo, voglio dire, perché tra un attimo spengo il telefono che da mezz’ora buona mi spiega che tutti gli operatori sono occupati ma di aver fede, che alla mia chiamata sarà data risposta.