Serve una svolta
Il Brescia, senza vittorie da quattro gare e reduce da tre pareggi, alle 14 ospita il Palermo del grande ex Corini che lotta per la SerieA
Eppur si gioca. Come l’anno scorso, quando al centro del dibattito pubblico erano però i problemi giudiziari del presidente, il campo sembra essere diventato secondario rispetto al futuro del club. Adesso, anche se la guida imprenditoriale della società è tornata solida, con Massimo Cellino deus ex machina sul ponte di comando, è il futuro dello stadio a far discutere. Oggi, nella solita cornice scialba con i 4 mila fedelissimi a sostenere il Brescia, ci sarà un settore ospiti stracolmo: il Palermo vuole la Serie A, è convinto di avere investito negli uomini giusti per ottenerla e in panchina ha Eugenio Corini che, a casa sua, il primo maggio 2019, ottenne il traguardo più difficile. Ossia riportare in Serie A la squadra in cui era cresciuto. Ora cerca lo stesso happy end a Palermo, di cui è stato idolo sul campo da calciatore prima di diventare il bersaglio di molte ( forse troppe) critiche da quando si è seduto sulla panchina dei rosanero. Sino a martedì scorso, sembrava essere tornata la luna di miele tra lui e la piazza, anche se il 2-2 a Cremona - il Palermo era avanti di due gol e in superiorità numerica - aveva già fatto storcere il naso a qualcuno, dopo un oculato mercato di gennaio in cui il club ha investito mentre altre società - ogni riferimento alle rondinelle non è puramente casuale - erano state a guardare. La sconfitta interna, 2-3, contro una candidata alla zona play out, ha riacceso un vulcano che sembrava essere sopito. Corini ci è abituato, era così anche a Brescia, dove invece quel fuoco sembra essersi spento nonostante i tanti meriti di Maran. L’arrivo del tecnico, premiato subito dai risultati, ha prodotto una scossetta ma nel medio periodo non ha ancora riportato gente allo stadio: eppure la squadra è a un punto dai play off, con sei lunghezze di vantaggio sulla zona retrocessione, a undici giornate dal termine. Quella odierna, alle ore 14, è una sfida molto complicata. Per entrambe. Il Palermo ha la pressione del risultato a tutti i costi, ma le rondinelle sanno che devono mandare un messaggio - anche a sé stesse - dopo quattro gare senza successi, con tre pareggi consecutivi. Attenzione, tuttavia: la situazione è tranquilla fino a un certo punto, passare bene i prossimi tre esami (dopo il match di oggi, la trasferta a Parma e un altro impegno casalingo con il Catanzaro) consentirebbe non solo di passare un’ultima sosta serena, prima del rush finale, ma anche di affrontare tante squadre pericolanti senza l’ansia di entrare di nuovo nel vortice.
Il recupero parziale in difesa di Cistana, oltre a quello di Borrelli, già utilizzato a Ascoli da prima punta per uno spezzone, è una buona notizia: non è affatto scontato, anzi alla vigilia è parso improbabile, vedere tutti e due in campo sin dal via. Torna Paghera, però è ai box Van de Looi per squalifica. La coperta resta corta, Maran cambierà qualcosa in attacco ma l’unico a dare garanzie resta Bjarnason, sulla trequarti: se davanti ci sarà Moncini, alle sue spalle potrebbe essere riproposto Bianchi oppure rilanciato Olzer. A centrocampo, la presenza di Bisoli e Bertagnoli non è in discussione: se Paghera sarà proposto da play, giocheranno da mezzali, altrimenti il capitano potrebbe servire ancora da centrale. Corini ha detto ieri che il Brescia è solido ed è difficile bucarne la difesa. Il gol però adesso è diventato un problema serio: nelle ultime quattro partite, hanno segnato solo Adorni e Dickmann, due difensori. Non si può sempre pescare il jolly, serve qualcosa di diverso e va trovato presto. Da oggi.
"Maran I ragazzi sono carichi per la gara, ho dovuto calmarli un po’, ma loro sono forti e arrabbiati
Corini Credo ancora al secondo posto, ma è difficile fare gol a questo Brescia che è solido
Cistana e Borrelli
Il primo dovrebbe partire dalla panchina, la punta contende una maglia a Moncini