Corriere della Sera (Brescia)

Quasi vent’anni fa il gol numero 200 diRoberto Baggio al Tardini, lo stadio del suo destino

- Lu.Ber.

I compagni avevano pronta la maglietta celebrativ­a da un mese. Ad ogni partita, lo stesso rito: alla spicciolat­a, tutti in bagno a indossarla per non farsi vedere da Roby, concentrat­o ad effettuare i trattament­i alle ginocchia con il preparator­e Enrique Miguel. Il duecentesi­mo gol di Baggio in Serie A, uno dei principali motivi per i quali decise nel 2002 di rinnovare con le rondinelle dopo la mancata convocazio­ne ai Mondiali, però sembrava non dover arrivare mai. Invece, il Divin Codino stava solo aspettando la partita e lo stadio giusto per entrare un’ultima volta nella storia. A Parma, da capitano del Brescia, aveva conosciuto i due momenti più cupi: il 23 gennaio 2002, se ne andò in lacrime dal Tardini dopo aver appreso della morte di Vittorio Mero in un incidente stradale, otto giorni dopo la semifinale d’andata di Coppa Italia si rigiocò e lui si ruppe il legamento crociato del ginocchio. Gli dissero che era finito, ancora una volta. Invece si rialzò come quando, nell’ultima partita con l’Inter (era il 2000), segnò la doppietta decisiva nello spareggio per la Champions League. Sempre contro il Parma, un club al quale aveva detto sì nell’estate del 1997 prima che Ancelotti mettesse il veto sul suo acquisto. Anche quel 14 marzo del 2004, tra una settimana saranno passati vent’anni, Baggio non sbagliò. Il Brescia era sotto 2-1, gli arrivò una palla in area da addomestic­are e lui, con una finta, mandò al bar due avversari per poi toccare in rete con un piattone sinistro morbido. Non poteva essere un gol banale: tutti i compagni lanciarono in area la maglia da gara per mostrargli quella che avevano preparato. Lui sorrise. Sorpreso, umile come sempre nella sua grandezza. Enrique Miguel gli mise in mano la bandiera che aveva preparato, la alzò in cielo e tutto il Tardini applaudì. Fu la prima standing ovation di quella passerella d’onore che lo accompagnò, in ogni stadio, negli ultimi due mesi da giocatore. Domani torna Parma-Brescia. Non è Serie A ma è Serie B, la maglia numero dieci qui non ha più avuto un padrone. C’è voglia di futuro, ma il passato resta. «E non si dimentica…» (cit).

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LaPresse)
Indimentic­abile Baggio a Parma dopo il gol 200 ( LaPresse)

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