Carpenedolo, precipita dal tetto del capannone Fatale il volo di 7metri Muore operaio 43enne
An di Rexhepist ava sistemando i danni causati dal maltempo
È (già) la quinta vittima sul lavoro da gennaio, in provincia. Nona, considerando anche i quattro bresciani morti a Firenze in febbraio. Andi Rexhepi aveva 43 anni: nato in Albania, una residenza nel Comasco ma domiciliato di fatto a Piamborno, era dipendente della Mo.ca.m di Bienno, azienda che si occupa di ristrutturazioni edili, prefabbricati, manutenzioni industriali, rifacimento e demolizioni delle coperture. Ieri mattina presto, per conto della ditta, stava lavorando alla Ghirardi Marmi di Carpenedolo.
Stando alla ricostruzione, si stava occupando di sistemare alcune lastre sul tetto di una parte di capannone, danneggiato a causa del maltempo (i nubifragi e le grandinate violentissimi che avevano flagellato quella zona della provincia durante la scorsa estate, tra luglio e agosto) quando qualcosa è andato storto. E non gli ha lasciato scampo. Poco prima delle otto, Andi per cause in corso di accertamento avrebbe perso l’equilibrio, forse perdendo improvvisamente un appoggio sotto i piedi, e sarebbe scivolato precipitando rovinosamente a terra, su altre lastre di marmo. Un volo fatale di circa sette metri che ne ha causato il decesso immediato.
Inutile il tentativo di soccorrerlo da parte degli altri operai presenti, che subito hanno chiesto aiuto. Andi Rexhepi aveva ancora il caschetto e l’imbracatura regolari, ma stando ad alcune testimonianze se la sarebbe forse abbassata, spostando quindi il posizionamento della «linea vita». La ricostruzione della tragica sequenza, però, è ancora al vaglio degli investigatori: sul posto due pattuglie dei carabinieri di Desenzano e i tecnici dell’Asst del Garda. Da capire — e ricostruire — se le procedure in materia di sicurezza sul lavoro siano state rispettate. La pm di turno Roberta Panico ha aperto un fascicolo, da prassi, per omicidio colposo a carico di ignoti. E ha già concesso il nulla osta per la sepoltura.
Meno di due mesi fa, il 17 febbraio, nel cantiere Esselunga di Firenze persero la vita altri quattro operai di origine straniera di casa a Palazzolo: Taoufik Haidar, 45 anni (si era da poco trasferito a Chiuduno, Bergamo), Mohamed Toukabri, 54, Mohamed El Ferhane, 24, e Bouzekri Rachimi, 56 anni.