I dati sono positivi, ma non ci si può fermare
« I dati sull’occupazione bresciana sono certamente positivi — afferma Roberto Zini, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Relazioni Industriali eWelfare — : nonostante un anno non brillante, il Made in Brescia si è mostrato comunque solido. Continuiamo però a lavorare per diffondere un nuovo paradigma del lavoro, in cui le aziende siano sempre più attente al benessere dei propri collaboratori e all’equilibrio tra vita e lavoro. Purtroppo, sotto questo punto di vista, il tasso di attività femminile, seppur in rialzo, resta lontano dai nostri riferimenti in ambito europeo. Tutto ciò certificherebbe, a livello locale, una potenziale risorsa occupazionale solo in parte sfruttata. Il lavoro femminile, con un ripensamento organizzativo delle imprese, una gestione dell’immigrazione che valorizzi le competenze e il fenomeno dell’Intelligenza Artificiale sono le tre sfide su cui si gioca il futuro del nostro sistema produttivo». Non troppo diverse le considerazioni del presidente di Confapi Brescia Pierluigi Cordua: «Nonostante condizioni di mercato non particolarmente positive, come ribadito peraltro dai dati sull’export diffusi martedì, i tassi di occupazione restano molto alti. Questo conferma quanto i nostri imprenditori ritengano i collaboratori sempre più una risorsa strategica. In tempi come quelli attuali, tra denatalità da un lato e gap di competenze dall’altro, la necessità di costruire prospettive di lungo periodo e di fidelizzazione dei collaboratori è fondamentale. Di qui l’importanza per le aziende di essere sempre più attrattive: questo significa avere ambienti accoglienti e motivanti da tutti i punti di vista, dal bisogno di conciliazione tra lavoro e tempo libero all’emergere di priorità non legate unicamente alla sfera retributiva e di crescita personale». Francesco Bertoli, segretario della Cgil di Brescia, invita a leggere i dati con prudenza, tenendo conto non solo del modo in cui viene fotografata la situazione occupazionale dall’Istat (per risultare occupati è sufficiente aver svolto un’ora di lavoro nell’arco della settimana, ndr) ma anche dei dati sulla cassa integrazione in crescita e sulle sacche diffuse di lavoro precario e povero esistenti. Detto questo, per Bertoli «la nostra provincia mostra ancora una buona capacità di dare lavoro, ma ancora più importante, in una fase di cambiamento come quella attuale, è capire che tipo di produzione, che tipo di investimenti e che tipo di formazione facciamo e se tutto questo determina anche per il futuro occupazione buona e stabile». L’invito che arriva da tutti, par di capire, è a non restare fermi perché i tempi di cambiamento attuali non lo permettono.
"Cordua
I collaboratori sono considerati sempre più una risorsa strategica
"Bertoli
Questi dati sono buoni ma vanno letti con molta prudenza
"Zini
Purtroppo il tasso occupazionale femminile resta ancora lontano dai livelli europei