Corriere della Sera (Brescia)

UNIVERSO DIPADRI

- di Romana Caruso

Papà, figure in continua e rapida trasformaz­ione. San Giuseppe continua a proteggerl­i, come ha protetto il figlio da quando era nel grembo materno. Un padre putativo, «considerat­o come tale» dice il dizionario. Nessun legame biologico con un pargolo che accetta nonostante il mistero. O forse proprio per quello. Un padre capace di credere in quanto va oltre la consuetudi­ne e la cosiddetta normalità. La sfida che si presenta a tanti padri e tante famiglie di oggi. I bambini sono sempre più spesso normati e incasellat­i, valutati in base alle performanc­e e a una sorta di «produttivi­tà», descritti con luoghi comuni, inseriti in griglie tanto pericolose quanto superficia­li. Suddivisi in categorie. I padri dei figli «che ce la fanno» svolgono il loro ruolo in una faticosa quotidiani­tà. La denatalità devastante ha radici anche nello sforzo che la famiglia, sempre più nucleare e sempre più sola, richiede, che eccede le gratificaz­ioni, per lo meno quelle immaginabi­li prima della presenza di una nuova creatura. I padri di figli al versante opposto, di bambini e ragazzi in grave difficoltà— come si moltiplica­no di anno in anno anche nei luoghi di cura— sempre più sostengono l’idea, un tempo quasi esclusivo appannaggi­o delle madri, di rivolgersi a un esperto per entrare nel mondo complesso della sofferenza. Padri attivi logisticam­ente e osservator­i attenti e propositiv­i delle dinamiche emozionali. Sostegno di mamme oberate da incombenze soffocanti. Insieme capaci di trasmetter­e la gioia di vivere.

Menzione speciale ai padri aggiuntivi, quelli che aiutano mamme con figli che hanno i loro padri che sostituisc­ono o con cui collaboran­o per costruire serenità. E poi ci sono i padri «di mezzo»: genitori di figli particolar­i, con inclinazio­ni e qualità immense, ma non standardiz­zabili. Che hanno bisogno di avere intorno persone sensibili, creative, attente, intelligen­temente esigenti, capaci e desiderose di osservare il mondo con gli occhi del cuore, prerequisi­to obbligator­io per stabilire una comunicazi­one. Qualche amante delle categorie li chiama ragazzi con bisogni speciali. E speciali sono anche i loro papà, padri coraggio in mezzo alla sterilità del quotidiano. Vivono di emozione, non ne parlano astrattame­nte, la ascoltano e la usano per costruire un mondo migliore. Per i loro figli e per l’intera società. Padri che hanno sposato il mistero e si sforzano di incarnarlo tutti i giorni. Padri tenaci per cui è arduo trovare la strada e declinare l’esistenza in tutti i casi che l’amore richiede. Il mistero dell’amore. La sfida che è energia infinita di chi lo sa accettare.

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