UNIVERSO DIPADRI
Papà, figure in continua e rapida trasformazione. San Giuseppe continua a proteggerli, come ha protetto il figlio da quando era nel grembo materno. Un padre putativo, «considerato come tale» dice il dizionario. Nessun legame biologico con un pargolo che accetta nonostante il mistero. O forse proprio per quello. Un padre capace di credere in quanto va oltre la consuetudine e la cosiddetta normalità. La sfida che si presenta a tanti padri e tante famiglie di oggi. I bambini sono sempre più spesso normati e incasellati, valutati in base alle performance e a una sorta di «produttività», descritti con luoghi comuni, inseriti in griglie tanto pericolose quanto superficiali. Suddivisi in categorie. I padri dei figli «che ce la fanno» svolgono il loro ruolo in una faticosa quotidianità. La denatalità devastante ha radici anche nello sforzo che la famiglia, sempre più nucleare e sempre più sola, richiede, che eccede le gratificazioni, per lo meno quelle immaginabili prima della presenza di una nuova creatura. I padri di figli al versante opposto, di bambini e ragazzi in grave difficoltà— come si moltiplicano di anno in anno anche nei luoghi di cura— sempre più sostengono l’idea, un tempo quasi esclusivo appannaggio delle madri, di rivolgersi a un esperto per entrare nel mondo complesso della sofferenza. Padri attivi logisticamente e osservatori attenti e propositivi delle dinamiche emozionali. Sostegno di mamme oberate da incombenze soffocanti. Insieme capaci di trasmettere la gioia di vivere.
Menzione speciale ai padri aggiuntivi, quelli che aiutano mamme con figli che hanno i loro padri che sostituiscono o con cui collaborano per costruire serenità. E poi ci sono i padri «di mezzo»: genitori di figli particolari, con inclinazioni e qualità immense, ma non standardizzabili. Che hanno bisogno di avere intorno persone sensibili, creative, attente, intelligentemente esigenti, capaci e desiderose di osservare il mondo con gli occhi del cuore, prerequisito obbligatorio per stabilire una comunicazione. Qualche amante delle categorie li chiama ragazzi con bisogni speciali. E speciali sono anche i loro papà, padri coraggio in mezzo alla sterilità del quotidiano. Vivono di emozione, non ne parlano astrattamente, la ascoltano e la usano per costruire un mondo migliore. Per i loro figli e per l’intera società. Padri che hanno sposato il mistero e si sforzano di incarnarlo tutti i giorni. Padri tenaci per cui è arduo trovare la strada e declinare l’esistenza in tutti i casi che l’amore richiede. Il mistero dell’amore. La sfida che è energia infinita di chi lo sa accettare.