Corriere della Sera (Brescia)

Dolci con quel «quid» in più

Dal panettiere che raggiunge borghi sperduti ai prodotti con scopi sociali

- Eleonora Lanzetti

Magie di farina, lievito e cioccolato. Dietro a colombe e uova esistono progetti che vanno oltre gli impasti, e il mestiere di pasticcere (o fornaio) diventa una missione sociale. Lo sa bene Fabio Vergagni, per tutti il «panettiere volante», che percorre più di 300 kmal giorno su strade impervie per le consegne sui crinali dell’Appennino. Il suo forno si trova a oltre 1.000 mt di quota, nel centro di Brallo di Pregola, 500 abitanti sparsi in una ventina di frazioni. Come il pane, anche il lievitato di Pasqua arriva puntuale in questi villaggi spopolati. «Siamo una piccola realtàma ci diamo un gran daffare», racconta Fabio. «Sforniamo 500 colombe; gli ingredient­i sono locali: miele, mandorle dell’Oltrepò, cioccolato di Oltreciocc, fabbrica nostrana». Un servizio per le comunità della Valle Staffora e dell’alta Val Trebbia, che diventa azione sociale. Il furgone di Fabio carico di colombe raggiunge borghi in cui vivono quattro o cinque anime appena. I panorami sono incantevol­i, ma le comodità mancano. «I negozi hanno chiuso e io sono diventato un punto di riferiment­o per gli abitanti, soprattutt­o anziani, che mi consideran­o un nipote».

A nche a Verolanuov­a (Bs), Gabriele Pè, pasticceri­a e gelateria Mille, è al lavoro in laboratori­o. I suoi dolci hanno una doppia valenza: valorizzar­e il borgo in cui vive e insegnare un mestiere in Burundi. «Con Bergamo Brescia capitale delcon la cultura, in paese è arrivato un turismo inatteso. Abbiamo voluto creare un simbolo: la Colomba Tiepolo con copertura di cioccolato bianco dal color rosa ( Tiepolo), sfere croccanti al lampone, amarene candite e cioccolato fondente nell’impasto, per dare lustro alle tele più grandi realizzate dal maestro nella Basilica di San Lorenzo». Prima di mettere lemani in pasta, però, Gabriele è volato in Burundi a tenere un corso di pasticceri­a e gelateria al liceo Tadini di Mugutu, villaggio vicino alla capitale Giteca. «Ho conosciuto Erika Guaragni, delle suore operaie di Brescia che lavorano là, e sono partito. Ho sfruttato gli ingredient­i diffusi come banana, mango, tè, caffè, bilanciand­o la dolcezza perché non amano il sapore dolce, come il cibo freddo: nessuno aveva mai mangiato un gelato».

Nel cuore di Pavia, dove la colomba pare sia stata inventata, invece si sforna l’unica versione delle origini. Negli archivi della antica Pasticceri­a Vigoni è stata recuperata la ricetta della Colomba di Re Alboino: leggenda vuole che dopo 3 anni di assedio i longobardi riuscirono ad entrare a Pavia e gli abitanti provarono a ingraziars­i il nemico donando loro dei dolci a forma di colomba. «È una colomba piatta arancia candita, ghiaccia di zucchero a velo emandorle, senza stampo», spiega il titolare Enrico Magenes. Ultima tappa con un uovo «artistico» e portatore di un messaggio sociale: inclusione e scambio sono gli ingredient­i della Pasqua di Fabio Longhin, Pasticceri­a Chiara, Olgiate Olona (Va) che con gli artisti Urban Solid, le associazio­ni del territorio che si occupano di disabilità, e l’Istituto Tecnico Enrico Tosi di Busto Arsizio, realizza opere d’arte scultoree per la Pasqua. Quest’anno la testa di una dea greca, simbolo di forza e protezione.

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A sinistra, Gabriele Pé con uno dei suoi aiutanti; a destra, testa di dea greca di cioccolato Pasquart; in basso, il «panettiere volante» Fabio Vergagni
(foto Marcella Milani)
Creativi A sinistra, Gabriele Pé con uno dei suoi aiutanti; a destra, testa di dea greca di cioccolato Pasquart; in basso, il «panettiere volante» Fabio Vergagni (foto Marcella Milani)
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