Prete ricattato con video hot, chieste 3 condanne
Di loro ancora nessuna traccia: risultano latitanti (verosimilmente all’estero) i tre ragazzi non ancora trentenni di origini romene — di casa tra Brescia e Bergamo— anni, imputati a dibattimento di estorsione aggravata ai danni di un sacerdote bresciano. Il quale, finché ha potuto e chiedendo anche prestiti ai familiari, ha versato loro ben 170 mila euro in quattro mesi, dall’ottobre 2020 al febbraio successivo, sotto ricatto. Ripreso di nascosto dagli altri mentre si trovava con uno di loro, l’avrebbero tenuto in scacco con un video hard, minacciando di divulgarlo «a tutti i parrocchiani e ai contatti registrati nella tua rubrica telefonica» se non avesse pagato.
La Procura ha chiesto che tutti e tre siano condannati a nove anni di reclusione. Il processo si aggiorna al 20 giugno per le repliche delle parti e la sentenza. Altri due complici sono già stati condannati in abbreviato rispettivamente a 5 anni e sei mesi e 4 anni e otto mesi.
Stando agli atti, i ragazzi avevano avvicinato il sacerdote in parrocchia chiedendo aiuto alla luce di un (presunto) stato di indigenza, ma con ben altre e meno nobili intenzioni. Lui aveva iniziato a dare loro soldi per comprare cibo e beni di prima necessità, loro sono arrivati poi a spillargli decine e decine di migliaia di euro. Secondo gli accertamenti condotti dalla Polizia locale i cinque giovani non sarebbero stati nuovi a simili ritorsioni: risulterebbe avessero già provato in precedenza, ma senza riuscirci, a raggirare un prete bergamasco, con l’aiuto però di una complice istruita ad arte per adescarlo. Ma lui non ci cascò e chiamò subito le forze dell’ordine, tanto da riuscire a far intercettare l’auto che i ragazzi avevano utilizzato.
È stato proprio il don, con fatica e vergogna, a denunciare nel febbraio 2021. nel fascicolo (titolare il pm Alessio Bernardi) finirono chat, intercettazioni e messaggi, volti a confermare i versamenti che sfiorarono anche i 50 mila euro ogni volta. Il primo dei ragazzi processati in abbreviato
In tribunale Il processo si aggiorna al prossimo 20 giugno per le repliche e la sentenza quando aveva 21 anni era stato arrestato in flagranza mentre il parroco stava consegnando un pagamento controllato da tremila euro. Due mesi dopo, nell’aprile 2021, uno dei complici di un anno più grande invece fu fermato alla frontiera in provincia di Trieste, mentre stava rientrando dalla Romania dove spiegò di aver «appena trascorso le vacanze di Pasqua»: durante un normale controllo i carabinieri di Aurisina inserirono i suoi dati nel database. E ci misero un attimo a scoprire che fosse ricercato, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Brescia.
La difesa aveva già provato a sostenere che il filmato in questione in realtà non sia affatto così esplicito come sostenuto dall’accusa. E anche i passaggi di denaro.