Nelle università si deve contribuire alla pace A Brescia si rispettano i diversi punti di vista
Il Presidente della Repubblica, a margine dei fatti accaduti presso l’ateneo napoletano Federico II ove, durante una manifestazione filo palestinese, è stato impedito al direttore di Repubblica di prendere la parola, ha esortato le università, in modo chiaro e inequivocabile, a bandire l’intolleranza. Chi pretende di imporre un’idea, impedendo di manifestare la propria a chi la pensa diversamente, è incompatibile con l’università, ha dichiarato il Presidente Mattarella. Parole assolutamente condivisibili, non solo perché il Presidente promuove l’idea pluralista e democratica attingendola direttamente dai principi costituzionali, di cui Egli è garante, ma anche perché, da ex docente universitario Egli conosce ed esprime perfettamente il senso dell’accademia, vale a dire quello di un luogo, sia in termini spaziali sia concettuali, sempre aperto al confronto, disponibile al dialogo e rispettoso del pensiero altrui, anche se divergente dal proprio. È favorendo il dialogo costruttivo nella comunità accademica, magari anche acceso ma sempre rispettoso, che le università possono svolgere il loro ruolo di luoghi dove si contribuisce a costruire la pace nella accettazione dei rispettivi punti di vista e pur nella consapevolezza delle differenze.
In questa prospettiva mi pare interessante dar conto di come a Brescia, in uno spazio reso disponibile dall’Università degli Studi, una manifestazione, indetta da alcune associazioni studentesche riconosciute dall’Ateneo, con il sostegno di una lista di rappresentanti, proprio sui temi che altrove, in questi giorni, hanno portato allo scontro ideologico, e talvolta anche fisico, si sia invece svolta in modo ordinato e rispettoso, dando agli organizzatori e alle organizzatrici l’opportunità di dimostrare un apprezzabile livello di responsabilità.
Le studentesse e gli studenti hanno manifestato la loro insofferenza per lo scenario bellico in atto in Palestina ed hanno appassionatamente chiesto un immediato cessate il fuoco. Hanno inoltre espresso il loro sdegno e lo sconforto per la grave situazione di crisi umanitaria e sanitaria in particolare in corso a Gaza, invitando ad intervenire liberamente anche chi avesse avuto idee dissenzienti, prendendo le distanze - in concreto - da quella intolleranza che il Presidente della Repubblica avrebbe successivamente paventato
In chiusura è stato chiesto un maggior impegno per la pace da parte di tutti e tutte. In epoca di frequente stigmatizzazione degli atteggiamenti giovanili, mi pare un positivo indicatore di maturità. La pace si costruisce anche così.