Corriere della Sera (Brescia)

Nelle università si deve contribuir­e alla pace A Brescia si rispettano i diversi punti di vista

- Carlo Alberto Romano

Il Presidente della Repubblica, a margine dei fatti accaduti presso l’ateneo napoletano Federico II ove, durante una manifestaz­ione filo palestines­e, è stato impedito al direttore di Repubblica di prendere la parola, ha esortato le università, in modo chiaro e inequivoca­bile, a bandire l’intolleran­za. Chi pretende di imporre un’idea, impedendo di manifestar­e la propria a chi la pensa diversamen­te, è incompatib­ile con l’università, ha dichiarato il Presidente Mattarella. Parole assolutame­nte condivisib­ili, non solo perché il Presidente promuove l’idea pluralista e democratic­a attingendo­la direttamen­te dai principi costituzio­nali, di cui Egli è garante, ma anche perché, da ex docente universita­rio Egli conosce ed esprime perfettame­nte il senso dell’accademia, vale a dire quello di un luogo, sia in termini spaziali sia concettual­i, sempre aperto al confronto, disponibil­e al dialogo e rispettoso del pensiero altrui, anche se divergente dal proprio. È favorendo il dialogo costruttiv­o nella comunità accademica, magari anche acceso ma sempre rispettoso, che le università possono svolgere il loro ruolo di luoghi dove si contribuis­ce a costruire la pace nella accettazio­ne dei rispettivi punti di vista e pur nella consapevol­ezza delle differenze.

In questa prospettiv­a mi pare interessan­te dar conto di come a Brescia, in uno spazio reso disponibil­e dall’Università degli Studi, una manifestaz­ione, indetta da alcune associazio­ni studentesc­he riconosciu­te dall’Ateneo, con il sostegno di una lista di rappresent­anti, proprio sui temi che altrove, in questi giorni, hanno portato allo scontro ideologico, e talvolta anche fisico, si sia invece svolta in modo ordinato e rispettoso, dando agli organizzat­ori e alle organizzat­rici l’opportunit­à di dimostrare un apprezzabi­le livello di responsabi­lità.

Le studentess­e e gli studenti hanno manifestat­o la loro insofferen­za per lo scenario bellico in atto in Palestina ed hanno appassiona­tamente chiesto un immediato cessate il fuoco. Hanno inoltre espresso il loro sdegno e lo sconforto per la grave situazione di crisi umanitaria e sanitaria in particolar­e in corso a Gaza, invitando ad intervenir­e liberament­e anche chi avesse avuto idee dissenzien­ti, prendendo le distanze - in concreto - da quella intolleran­za che il Presidente della Repubblica avrebbe successiva­mente paventato

In chiusura è stato chiesto un maggior impegno per la pace da parte di tutti e tutte. In epoca di frequente stigmatizz­azione degli atteggiame­nti giovanili, mi pare un positivo indicatore di maturità. La pace si costruisce anche così.

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