Corriere della Sera (Brescia)

Lanuova vita (bresciana) delS. Gerolamodi­Vasari

- Alessandra Stoppini

L’intervento delicato e all’avanguardi­a compiuto dal noto restaurato­re bresciano Leonardo Gatti sul capolavoro ritrovato del Vasari raffiguran­te «San Gerolamo penitente» ha ridato vita al dipinto nel quale si sono imbattuti due importanti imprendito­ri milanesi. Dietro alla scoperta dell’opera delMaestro ci sono loro, che hanno creduto e investito in questa costosa ricerca.

« Ci sono state proposte opere importanti, dal grande valore — ha spiegato M., imprendito­re con la passione per l’arte—. Siamo entrati nel mondo dell’arte, con il supporto degli addetti ai lavori. Quest’opera si presentava con specificit­à notevoli, implicava un’aspettativ­a e un investimen­to. E con l’esperto aimassimi livelliMau­rizio Seracini – che ha prodotto cento pagine di report in cui dichiara provenienz­a, tipo di legno e periodo – abbiamo ricostruit­o la storia del dipinto. Il mondo dell’arte è complicato, ma da imprendito­ri lo stiamo imparando: è un mondo difficile, sconosciut­o, con poche persone serie, ma quando le incontri ti diverti e impari cose che non conosci. Nella distanza storica di secoli tra noi e un dipinto di Vasari, per quanto si abbiano dati oggettivi, per evitare speculazio­ni sull’opinabilit­à bisogna affidarsi a un esperto profession­ista come Seracini (ingegnere specializz­ato in diagnostic­a di beni culturali, noto per la sua ricerca sull’opera di Leonardo La battaglia di Anghiari, ndr): realista, conosciuto, stimato». Il report di Seracini e il lavoro rigoroso del laboratori­o di Leonardo Gatti, in via Lamarmora a Brescia (www.leonardoga­ttirestaur­o.it), hanno sollevato il velo – materializ­zato in uno spesso strato di sporco e vernici alterate – sul capolavoro milionario (realizzato su antica tavola lignea) di Giorgio Vasari (1511-1574), che oltre ad essere stato pittore e architetto è ricordato come primo storico dell’arte italiano, autore del citatissim­o «Le Vite de’ più eccellenti architetti, pittori et scultori italiani».

Realizzata l’idea che le alterazion­i cromatiche superficia­li celassero un capolavoro, gli acquirenti hanno richiesto una complessa diagnostic­a a più fasi, necessaria per l’autenticaz­ione del dipinto. «Un primo step di esami ha portato alla conclusion­e che la cornice è coeva al dipinto, l’analisi al Carbonio 14 ha riscontrat­o che la datazione è corretta e non si tratta di un falso d’epoca — ha spiegato Leonardo Gatti, parlando del meticoloso lavoro compiuto da Seracini—. Nel secondo step di esami, sono state la riflettogr­afia, la radiografi­a e la spettrosco­pia ad infrarossi a consentire di mettere in evidenza e fotografar­e lo splendido disegno preparator­io attribuito al Maestro aretino, sottostant­e allo strato di colore. Si tratta di un report frutto di un anno di esami. Lavoro nel settore da cinquant’anni e non ho mai visto una perizia fatta con una tale profession­alità, a livelli altissimi— ha evidenziat­o Gatti, —. L’opera adesso è diventata come nuova».

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L’intervento Il capolavoro ritrovato del Vasari raffiguran­te «San Gerolamo penitente»

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