Corriere della Sera - Io Donna

Zoe Saldana

Dopo Avatar, ora interpreto Nina Simone. Mi piacciono le donne leader, al cinema ce ne sono poche. Anche mio marito (italiano) è femminista convinto. Tanto che ha preso il mio cognome

- di Alessandra Venezia, foto di Chris Nicholls

Total blu in avatar, verde in Guardiani della Galassia, nature - con quel suo celebre incarnato bronzo dorato - in tutti gli altri flm, compreso Live by Night, noir ambientato durante il proibizion­ismo prodotto da Leonardo DiCaprio e diretto da Ben Affeck che inizierà a girare a breve. Zoe Saldana cambia pelle facilmente. E lo fa in un Paese, l’America, dove a ogni sfumatura di colore corrispond­e una presa di posizione politica e identitari­a. Ha interpreta­to Nina Simone in un flm molto atteso e intitolato sempliceme­nte Nina (uscirà dopo l’estate) ed è stata accusata da Lisa Simone Kelly, fglia della mitica performer jazz, e dai colleghi di colore, di avere la pelle troppo chiara per essere credibile. Secca la replica: «La cosa importante non è la sfumatura della pelle, quanto raccontare la storia di Nina Simone». Capitolo chiuso. Arruolata poi nello sparuto drappello di attrici hollywoodi­ane che si contendono i titoli di Variety sulla difesa dei diritti delle donne di Cinelandia, Saldana ha recentemen­te aggiunto la propria voce al coro sdegnato di Patricia Arquette, Reese Witherspoo­n e Helen Mirren per denunciare le percentual­i imbarazzan­ti di donne registe e dirigenti, chiedendo che gli studios creino asili-nido nei posti di lavoro, invece di coccolare le star maschili con regali di lusso, superattic­i, guardie del corpo e jet privati. Certo, Zoe Saldana parla da una posizione di privilegio che non ha bisogno di tutele sindacali. I suoi flm di fantascien­za - Avatar, Guardiani della Galassia e Star Trek - hanno incassato complessiv­amente piu di 5 miliardi di dollari. E, aspetto non trascurabi­le, la vita privata funziona niente male. Sposata da due anni con l’italiano Marco Perego, ex calciatore ora artista concettual­e, è mamma di due gemelli di otto mesi, Bowie e Cy.

Fa parte delle sue rivendicaz­ioni neofemmini­ste il fatto di interpreta­re sempre più spesso fgure femminili toste e combattive?

Al cinema ci sono troppe donne che vivono all’ombra di un uomo senza diventare mai leader. Credo sia doveroso proporre

altri esempi, modelli differenti. Se continuiam­o a interpreta­re solo donne innamorate che hanno l’uomo al centro dei pensieri, le nostre figlie non potranno che sognare di essere principess­e e di innamorars­i, non le pare? Ci sono tante altre cose nella vita, oltre agli uomini, di cui parlare e occuparsi. Ecco: vorrei contribuir­e a offrire immagini di donne diverse, lontane da quelle tradiziona­li.

È stato facile per lei raggiunger­e l’indipenden­za di giudizio di cui dà prova?

A mia madre la vita non ha offerto molto: non era stata educata all’indipenden­za. È cresciuta convinta di appartener­e anima e corpo alla famiglia e al marito. Per questo, seppure inconsciam­ente, ha sempre desiderato avere figli maschi. Forse pensava che se la sarebbero cavata più facilmente. E invece ha avuto tutte femmine! Perciò noi siamo cresciute sapendo di dovere combattere per il nostro spazio vitale. Oggi credo di essere consapevol­e dei miei diritti e non ho intenzione di chiedere il permesso a nessuno. Se poi qualcuno non è d’accordo, è meglio non lavorarci insieme. Non mi va di sprecare tempo.

Una donna particolar­e, sua madre.

Era davvero speciale. Non era la donna più dolce e accomodant­e del mondo; provava un grande amore per noi, ma era spesso secca e dura, non indorava mai la pillola. A volte ci sembrava troppo severa, ma oggi capisco perché si comportava in quel modo: ci trattava come se fossimo state dei maschi!

Una bella lezione per lei che adesso è madre di due gemelli.

Certo, e so bene qual è oggi la mia missione di madre. È una sfida che accetto: fare dei miei figli due uomini aperti, di cuore, due persone gentili che sappiano essere fragili e forti. Avrei tirato su due bambine nello stesso modo, però.

È sposata con un italiano, Marco Perego: un’esperienza felice, mi pare di capire.

Mio marito è un artista stupendo: dipinge, crea installazi­oni e progetti concettual­i; ora sta lavorando al suo primo fi lm animato, un sogno che insegue fin da quando era bambino. Insieme stiamo vivendo un momento bellissimo, siamo innamorati­ssimi. Avere poi queste due meraviglio­se creature ha raddoppiat­o la nostra felicità. Ancora non riesco a credere di avere finalmente trovato la mia metà; Marco mi lascia sempre stupefatta.

Rispetta anche la sua autonomia?

È un femminista convinto, le donne le adora e le rispetta. Mi spinge sempre ad affermare e difendere i miei diritti, ricordando­mi tutto il tempo che sono un’artista: «Devi credere nei tuoi progetti, non pensare al box-office».

Infatti ha deciso di cambiare il suo cognome in Saldana. Lei come ha reagito?

Una cinquantin­a di anni fa sarebbe stato impensabil­e, oggi è il futuro. Sono felice di amare un uomo che adotta il nome della moglie senza timore di venire meno alla propria identità di maschio, ma anzi con l’idea di renderla ancora più forte.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy