Corriere della Sera - Io Donna

QUEI CATTOLICI ANTI MIGRANTI

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mi sono sempre chiesto, le poche volte che assisto ad una Messa (matrimoni, funerali, cresime...) ma me lo chiedevo anche quando, giovanissi­mo, frequentav­o l’Azione Cattolica, che cosa pensino i fedeli durante la funzione. Pregano? Meditano? Elaborano complessi ragionamen­ti su come risolvere il drammatico problema della gente in diffcoltà? No, pur non essendo un grande conoscitor­e dell’animo umano, io ho sempre pensato che la gente in chiesa pensi agli affari suoi. Devo pagare la rata del mutuo, quella scema del piano di sopra cammina sempre con gli zoccoloni, mia fglia va in giro vestita come una prostituta, devo trovare un sistema per non pagare l’Iva, il prete parla parla ma lo sanno tutti che ha una storia con quella biondona... Non sono certissimo di aver ragione. Probabilme­nte esagero. In tal caso fnirò all’inferno, se l’inferno esiste. Ma una cosa vorrei in ogni caso che me la diceste voi. Che cosa pensano gli abitanti di Quinto di Treviso, cattolicis­sima provincia del cattolicis­simo Veneto, quando sono in ginocchio davanti all’altare o quando fanno la comunione? Loro che hanno respinto in malo modo i migranti per difendere la loro serena tranquilli­tà, pensavano probabilme­nte: “Bisogna assolutame­nte cacciare tutti questi negri, che se ne tornino a casa loro”. Una delle poche cose che ricordo del periodo dell’Azione Cattolica è che il prete ci diceva sempre: “Ricordate che qualsiasi povero che chiede aiuto potrebbe essere Gesù”. Possibile che gli abitanti di Quinto di Treviso se ne freghino di Gesù?

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