Corriere della Sera - Io Donna

MARÒ: NON è UN (VIDEO) GIOCO

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l’incapacità di gestione della vicenda da parte della diplomazia è un dato ormai acquisito. Il fatto che il destino di Massimilia­no Latorre e Salvatore Girone - i Marò accusati dalle autorità indiane di aver ucciso due pescatori scambiando­li per pirati - rimanga appeso a una strategia confusa, segnata da errori gravissimi che hanno esposto l’Italia a una fguraccia sulla scena internazio­nale è purtroppo innegabile nonostante siano trascorsi tre anni. Le nostre autorità hanno prima sottovalut­ato le conseguenz­e di quanto accaduto, forse ritenendo di poter chiudere la partita pretendend­o il rimpatrio dei due fucilieri in cambio di un risarcimen­to alle famiglie delle vittime. Quando è apparso chiaro che questa strada non avrebbe portato a nulla, hanno cominciato a percorrere percorsi alternativ­i, nessuno davvero valido. E ciò ha provocato una situazione di stallo rispetto alla quale è davvero diffcile immaginare una soluzione. Al danno si aggiunge adesso la beffa di un videogioco - Marò Slug - che ridicolizz­a i tentativi di risolvere il caso. Sparatorie contro ipotetici nemici, svariati livelli da superare e ostacoli da abbattere per raggiunger­e il risultato: far tornare a casa i due uffciali. Gli ideatori giurano di non aver alcun intento derisorio, ma basta ascoltare la musica di sottofondo e guardare i Marò che fuggono dopo essere evasi per rendersi conto che questo è comunque l’effetto ottenuto.

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