Corriere della Sera - Io Donna
UN’ALTRA CRISI NELLA CRISI
leggo sconsolata editoriali e commenti post-lunedì nero in Cina. La nota costante è un’assurda inversione di prospettiva: in sostanza, non è colpa dell’economia irreale, è colpa della gente che non ci crede più, delle famiglie che tengono i soldi nel materasso, non consumano, causano la stagnazione della crescita, scappano dal recinto del parco buoi. In breve, è colpa mia. Io non gioco in Borsa, ho sempre respinto le avances di operatori interessati al mio modestissimo portafoglio. Sono come una costretta a guardare un tavolo di poker pur non partecipando al gioco. Ma chiunque perda, le mani in tasca le mette a me. La colpa di tutto questo non è nostra, ma saremo noi a dover pagare: un’altra crisi nella crisi, sacrifci, posti di lavoro perduti. Siamo noi sotto accusa per la nostra irresponsabile resistenza alle regole della fnanza globale date come immutabili leggi di natura, per non voler più scommettere sugli algoritmi di computer impazziti programmati da giocatori incocainati. Quel mondo è fnito ma è pericolosissimo come ogni animale morente, che sbatte violentemente la coda distruggendo e devastando. L’effetto del lunedì nero, non c’è bisogno di essere economisti - anzi, meglio non esserlo - sarà ulteriore “stagnazione” e contrazione dei consumi, in un loop infnito che potrà essere interrotto solo da una ritrovata consapevolezza della propria sovranità da parte dei cittadini e dei popoli, del proprio diritto a decidere in una democrazia sostanziale. La strada è lunga, ma possiamo provare a comportarci qui e ora come se ci fossimo già.