Corriere della Sera - Io Donna
L’ABBRACCIO DEI NON UMANI
piccolo moto di angoscia, la mattina, quando apri i siti di informazione. La conta dei morti in mare, l’ennesima bolla fnanziaria defagrata, l’ammazzata numero 250 dal marito o dall’ex, il solito pazzo della solita America profonda che ha scaricato colpi su quelli della villetta accanto. Tregua momentanea: il video del pappagallo che per ragioni misteriose adora Elvis, le ingegnose scalate di un labrador arraffa-biscotti, lo scimpanzé che abbraccia il gattino. È proprio un fatto fsico: il diaframma si abbassa, le spalle si rilassano, la morsa della mascella si allenta. Una cosa tipo: fnalmente a casa. E oggi trovala, casa tua, se sei capace. Eccola lì, tra le braccia accoglienti di quel primate. Vorresti starci tu, nella certezza che in quell’abbraccio troverai l’essenziale. Mi pare che si tratti di questo, al netto del divertimento per i balletti e tutte quante le peripezie antropomorfche: di sapere che in quei non-umani, nella loro impudica capacità di amore, nella loro capacità di testimoniare i fondamentali del vivente, nei loro sesti e settimi sensi, c’è esattamente quello che ti serve per ritrovare la bussola che non trovi più. C’è la possibilità di raddrizzarsi, di fare ordine nel caos di esistenze eradicate all’inseguimento della pietra verde di una libertà senza limiti, che fatalmente si trasforma in un limite senza libertà. Scherzaci, tu, sui gattini di Internet, sugli elefanti pittori, sui leoni baciatori e sui bulldog skater. Non potendo spesso tenerci un animale accanto, viste le vite che facciamo e gli spazi angusti in cui viviamo, quella frequentazione virtuale diventa preziosa come una preghiera.