Corriere della Sera - Io Donna

LA SCELTA DI SLAUGHTER

- Barbara Stefanelli Uomini che amano le donne blog.iodonna.it/barbara-stefanelli

provate a chiedere tra amici e parenti quanti hanno preso il congedo di paternità. Pochissimi. Una delle leve più importanti per migliorare la vita di mamme, papà & bambini rischia di arrugginir­si prima ancora di venir provata. Le ragioni sono tre. La prima è che solo una manciata di coppie si informa su tempi e diritti previsti dalla legge. La seconda è che la penalizzaz­ione economica è troppo forte (lo stipendio si riduce al 30%), insostenib­ile per quasi tutte le famiglie. La terza è che l’idea di un uomo, più o meno in carriera, il quale scelga di fermarsi - per pannolini, pappe, passeggino - appare bizzarra. Per questo, mentre alziamo cartelli al cielo per chiedere norme meno punitive sulla paternità, siamo felici di leggere le avventuros­e storie di chi “ce l’ha fatta”. Uno su tutti: Mr. Slaughter. In realtà, il suo nome è Andrew Moravcsik. Ma è più noto al pubblico americano come il marito di Anne-Marie Slaughter. Fu lei, tre anni fa, la protagonis­ta di un caso non solo editoriale: frmò un lunghissim­o articolo di copertina su The Atlantic per spiegare come mai le donne non possono ancora avere tutto. E non potendo avere tutto, lei rinunciava a un prestigios­o (doppio) incarico per stare di più con i fgli. Nel numero di ottobre 2015, stessa rivista, è lui a prendere penna e parola. Quell’articolo in cui annunciava il ritiro non fece che rilanciare a razzo la carriera della moglie. E Andrew si è affermato sempre più come lead parent. L’immagine non è quella dell’adorabile giovane paparino con bebè. Parliamo di un cinquanten­ne che (in) segue un teenager. Mr. Slaughter chiude così: non avrò rimorsi, mai.

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