Corriere della Sera - Io Donna
Il Tempo delle donne. I nuovi signifcati della maternità
La passata edizione è stata una festa. A ottobre si replica. Il Tempo delle Donne accende la Triennale (e il web) con eventi-spettacolo, dibattiti e ironia su un tema che riguarda tutti. Anche gli uomini
Scoprite chi saranno i protagonisti de Il Tempo delle Donne sul fttissimo calendario di incontri e workshop a Milano aperti alle lettrici dall’1 al 4 ottobre.
Il tempo delle donne è il nostro tempo. E la festa-festival che per quattro giorni porterà dall’1 al 4 ottobre alla Triennale di Milano racconti e inchieste, workshop e laboratori, momenti di approfondimento e appuntamenti tra sport e spettacolo, è l’affresco vivente di idee e passioni di una società che, seppur lentamente, cambia. Una grande inchiesta sulla maternità che racconta come stanno le mamme, i papà e le famiglie, parte dalle donne per parlare di donne, di uomini e di libere
scelte focalizzandosi su una realtà: il futuro potremmo affrontarlo solo insieme. Il serpentone sotto le stelle attraverso il Parco Sempione della Women nigth run– Senza paura, per le donne e chi corre insieme
a loro sarà l’immagine e la metafora di un tempo diverso per tutti. Il #tempodelledonne 2015 è il nostro tempo perché per la sua seconda edizione raddoppia: il palcoscenico della Triennale e un lungo inedito palco digitale che coinvolge follower di ogni generazione per condividere sul web - via Twitter, Facebook, Instagram,
YouTube - i loro racconti.
Si comincia col prologo internazionale dedicato alle donne ostaggio nei territori dell’Isis, come Ameena Saed Hasan, attivista yazida ed ex deputata in Iraq, Amina Wadud, teologa femminista, Asma Barlas, esperta di Corano e studi di genere, e Lynsey Addario, la reporter premio Pulitzer che vedete sulla cover di Io donna e che sarà con noi il 2 ottobre. Il primo atto è l’agenda di proposte sulla maternità e la paternità che La27Ora presenterà al governo. Studio e punto di arrivo di un lavoro che ha coinvolto università e centri di ricerche cercando di rispondere a una domanda: le leggi sulla maternità sono adeguate ai cambiamenti sociali e ai nuovi lavori? Ad arricchire dati e analisi economiche le voci di chi ha partecipato al questionario interattivo pubblicato a metà settembre. Oltre 15 mila risposte nei primi due giorni, quasi la metà uomini e una discreta percentuale di non genitori. Un tema che coinvolge tutti, quindi.
Madri e diversamente madri, nuove famiglie composte nella dinamica tradizionale ma anche due madri, due padri, genitori che crescono i figli da soli, donne delle principali religioni monoteiste che si confrontano su come li stanno educando secondo principi differenti sono alcuni degli argomenti affrontati per raccontare le trasformazioni. Antonio Scurati, Luigi Zoja e Gabriele Muccino dialogano sulle sensibilità maschili tracciando il profi lo di padri meno autoritari e più collaborativi, nuovi modelli per i loro figli. Tra famiglie che mantengono i vecchi ruoli e famiglie che li hanno scardinati, Marina Terragni con Simona Izzo e Silvia Ballestra s’interrogano su cosa significa crescere un figlio maschio. Serena Dandini conduce l’incontro con Domenico De Masi e Sandra Monteleoni sulla Carica delle nuove nonne, esuberanti e socialmente attive, presenze ingombranti tra le giovani coppie e pure sostegno dei nipoti.
Diversi sono i linguaggi utilizzati. “Madrine sulle punte” è la coreografia di Liliana Cosi che introduce i racconti di Emma Bonino, Anna Maria Tarantola e Claudia Zanella. Zie, maestre, amiche, mentori: maternità senza generare, vitali nella formazione, individuali e collettive. “Maternage” è il racconto in quattro quadri su amori e rancori, complicità e confl itti tra madri e figlie portato sul
Racconti, inchieste, workshop laboratori, spettacoli, approfondimenti. Il Tempo delle donne è l’affresco vivente di idee e passioni di una società che, seppur lentamente, cambia
palco da Pamela Villoresi.
Il Tempo delle donne è una piattaforma multimediale, organizzata da Cor
riere della Sera, Io donna e Valore D, per sfogliare e rileggere le idee e le storie da punti di vista non convenzionali. Tra battaglie (fatte e ancora in corso) e leggerezza, feste, musica e aperitivi s’incontrano e si ascoltano Gianna Nannini, Antonello Venditti, Francesca Marciano, Silvia Avallone, Bianca Balti, Eva Riccobono e Andrea Mirò che passa la chitarra a Paola Turci per la versione femminile di “La Libertà è partecipazione”. E ospiti internazionali come Yuei Lin, economista e analista delle tecnologie che con Derrik de Kerkhove, sociologo, e James Essinger, storico dell’informatica, disegnano gli scenari del mondo del lavoro e i nuovi modelli organizzativi. O Debora Spar che con il suo “Wonder Women” ha demolito il mito delle super- donne. A Milano racconta le sue strategie di successo per (non) avere tutto ed essere felici.
Si viaggia in contromano nei luoghi comuni per identificarli e smontarli. Le incursioni satiriche delle Scemette di Zelig incarnano i risultati di un’indagine sugli stereotipi. Ed è ancora una comica, Maria Pia Timo, a portare allo scoperto la fenomenologia della mamma cattiva. O meglio lo stereotipo che scatta ogni volta che una donna non corrisponde alla rappresentazione della “buona madre”. Con lei la ginecologa Alessandra Kustermann, la sociologa Elisabetta Ruspini e Ambra Angiolini con l’anteprima del corto “Eri bellissima”, dove interpreta una mamma disposta a tutto pur di portare al successo la sua bambina.
vita online e offline, memoria ed emozioni prendono vita attraverso due iniziative da condividere su social con l’hashtag # TuttoSuMiaMadre: ogni madre, figlia e figlio è invitata a portare un oggetto legato alla propria esperienza per costruire un monumento digitale alla maternità. Gli oggetti fotografati costruiscono due muri: un mosaico degli scatti su una parete della Triennale. E un wall digitale su Instagram, a cui si aggiungono altre storie. La seconda installazione è un video box dove raccontare # TuttoSuMiaMadre, ricordi, scontri, parole mai osate e tutto ciò che caratterizza nel profondo il rapporto con le madri.
Sul palco si snoda una vera e propria inchiesta sociologica che racconta come stanno le mamme, i papà e le famiglie