Corriere della Sera - Io Donna
Pedalate vintage
L’Eroica è la cilcloturistica più famosa del mondo. E la più romantica: si corre tra i colli toscani con biciclette e mise anni Settanta. Al traguardo, una bottiglia di Chianti per tutti. Quest’anno l’affronteranno in seimila, perfno da Perù e Nuova Zelan
Mi preparo all’Eroica, la ciclostorica vintage più conosciuta al mondo. Eyeliner, hotpant, una camicetta dal disegno Paisley, i calzettoni al ginocchio e un telaio del 1975 color verde lime. Mi accingo così ad affrontare la geometria ininterrotta delle colline del Chianti, il 4 ottobre. Con il pettorale n.1569, su un percorso di 75 km per buona parte sterrato. Pedalo ogni due giorni, per allenarmi, sotto le prime piogge di settembre, ascoltando Ziggy Stardust. E penso alla mise, coerente con il decennio di costruzione della bicicletta.
anni settanta dunque, l’esordio del postmoderno, la negazione di ogni frivolezza, la resa ai colori più spenti: Mina per il trucco degli occhi e della bocca, Lauren Hutton per i cappelli, Ali MacGraw per i dolcevita, Diane Keaton per i pantaloni. In quegli anni, dopo i Beatles, prima di Michael Jackson, mentre Borg vinceva la sua prima fnale a Wimbledon, due musicisti innamorati di due cantanti combattevano con una marca di pesce in scatola per potersi chiamare ABBA. E un ciclista chiamato Gimondi vinceva il suo terzo Giro d’Italia nonostante Eddy Merckx.
Un decennio dopo, a Gaiole in Chianti, un certo Giancarlo Brocci, classe 1954, “bassista e medico per 2 mesi e una settimana”, leggeva le pagine del ciclismo sulla Nazione ai vecchietti del Barrino, il bar piccolo del paese. Aveva fatto la ParigiBrest, la Vuelta de Cuba, la Granfondo del Deserto sotto il Sinai, ma fu al Barrino
Tutto nasce da un’idea fssa: la bici come cura del paesaggio, come mezzo di felicità gentile, avamposto della bellezza, epitome di un nuovo stile di vita
che cominciò a pensare a un parco ciclistico che potesse arrestare l’avanzata dell’asfalto sulle strade bianche, spianate in cambio di voti. Allora come oggi, Brocci era tormentato da un’idea fssa: la bici come cura del paesaggio, come mezzo di felicità gentile, avamposto della bellezza, epitome di un nuovo stile di vita.
L’Eroica, il nome ispirato a quel ciclismo da eroi alla Fausto Coppi in cui si masticavano fatica e polvere a oltranza, prese forma nel ’97. Un’idea senza dubbio strampalata: andare in bicicletta come un tempo, come l’eroico Coppi e i più modesti arrotini, fornai e postini, tra Gaiole e Brolio, Pianella e Vagliagli, Radda e Volpaia. In sella a bici da corsa costruite prima del 1987: con il telaio in acciaio, le levette del cambio sul tubo obliquo, i pedali forniti di fermapiedi, i fli dei freni esterni al manubrio. Una visione intrecciata alle vecchie maglie di lana con la zip corta, i calzoni alla zuava, le camere d’aria inflate sulle spalle come bretelle. Una festa di paese. Di tanti paesi. Impastata di sudore, chiacchiere e un pizzico di nostalgia. Con i vigneti pettinati, i boschi di lecci, le fughe prospettiche delle colline di argilla che stavano a guardare. E i ristori nelle piazze, bruschette e formaggi soprattutto, che ridavano zuccheri dopo tante salite.
l’eroica è una corsa senza podio o classifca. Alla fne, si guadagna un timbro, l’iscrizione al registro eroico e una bottiglia di Chianti. L’anno scorso ci hanno creduto in 5.600, 500 le donne, provenienti da 54 Paesi, tra cui Messico, Perù, Nuova Zelanda. Nel ’97, avevano pedalato in 90.
Si partecipa in sella a bici da corsa costruite prima del 1987: con il telaio in acciaio, le levette del cambio sul tubo obliquo e i fli dei freni esterni al manubrio
Si parte all’alba, le candele nei lumicini agganciati alla forcella. Perché si viaggia come un tempo, come l’eroico Coppi, ai tempi, e poi, i più modesti arrotini, fornai e postini
Quest’anno se ne accettano fno a 6.000, anche in sella alla Bianchi Eroica, la bicicletta d’ispirazione rétro nata sull’onda del vintage e della riscoperta dei telai artigianali, di cui sono stati prodotti 100 esemplari di colore Celeste Bianchi Old. Si dorme negli agriturismi intorno a Gaiole. E la domenica si parte all’alba, le candele nei lumicini agganciate alla forcella, in base al percorso scelto: 46 o 75 km nel Chianti Classico, 135 o 205 km in Val d’Orcia, Val d’Asso e nelle Crete Senesi, con dislivelli tra 300 e 3700 metri. Una festa di vestiti vintage e borracce ammaccate.
Come accadrà il prossimo aprile a Cape Town, in Sud Africa, e a novembre a Punta del Este in Uruguay, i Paesi dove, dopo Giappone, Inghilterra, Spagna e California, il marchio Eroica, rilevato da una cordata di imprenditori che fanno capo a Selle Royal e a Italy Bike Hotels, verrà esportato.
giancarlo brocci che ne racchiude, nonostante le evoluzioni, l’anima, l’Eroica non la corre: non ne ha fatta nemmeno una. Però da ideatore-osservatore confessa che «il veicolo più strano visto su queste strade è stato un tandem del 1898, il primo che abbia circolato in Italia».
Nella geometria di curve che mi aspetta il 4 ottobre, non sarò in tandem. Avrò una bici vintage trovata una sera, per caso: abbandonata in cortile, stava per fnire in discarica. Se dovessi forare, avrò una camera d’aria di riserva nella borsetta di cuoio agganciata alla sella. Qualche ciclista gentiluomo si fermerà a darmi una mano. Si usava così a quei tempi, no?