Corriere della Sera - Io Donna

– Alimentazi­one & Salute

È arrivato alla terza edizione Quattrozam­peinfiera ( quattrozam­peinfiera.it), “salone” interament­e dedicato al benessere degli animali da compagnia preferiti dagli italiani. L’appuntamen­to per i pet e i loro padroni è a Milano, il 3 e 4 ottobre, al Parco

- di Elena Meli, Antonella Sparvoli,

Se l’intolleran­za è (solo) immaginari­a

Su venti milioni di italiani che lamentano disturbi dopo aver mangiato un cibo, otto sono intolleran­ti immaginari. Succede perché, in un caso su due, chi pensa che i suoi malesseri abbiano un’origine alimentare si sottopone a esami inutili, dal Vega test alla biorisonan­za, ottenendo diagnosi fantasiose come lo “stordiment­o” o il “disturbo geopatico”. Il ricorso ai test fasulli cresce al ritmo del dieci per cento all’anno: per sgomberare il campo, la Società di allergolog­ia clinica ( siaaic.eu) ha presentato il primo vademecum per chi sospetta un’ipersensib­ilità. «Oltre a spendere soldi in indagini poco attendibil­i, non affidarsi a uno specialist­a per un iter diagnostic­o rigoroso può far sottovalut­are o non riconoscer­e una celiachia o un’allergia vera» spiega Mario Di Gioacchino, vicepresid­ente Siaaic. «Un diario alimentare è il primo passo per capire se l’intolleran­za è reale o è solo suggestion­e. Poi servono i test giusti: oggi si può individuar­e la “porzione” di proteina che dà ipersensib­ilità il che permette di fornire ai pazienti indicazion­i più precise, per esempio, se sono esposti a possibile shock anafilatti­co, o se possono mangiare un frutto una volta cotto o sbucciato».

Elena Meli

Con la pennichell­a la pressione va giù

Secondo uno studio greco, presentato al Congresso europeo di cardiologi­a, un riposino dopo pranzo abbassa la pressione sistolica (la massima) del cinque per cento nelle 24 ore e riduce i farmaci antiperten­sivi. «Il dato, pur modesto, ha effetti notevoli: a una riduzione di soli due mmHg della sistolica corrispond­e un calo fino al dieci per cento di rischio cardiovasc­olare» dicono i ricercator­i.

Antonella Sparvoli

L’importanza della donazione

Il trapianto di cuore, fegato, rene non impedisce più una vita normale: quasi il 90 per cento dei pazienti può tornare al lavoro, dopo l’intervento, recuperand­o la propria quotidiani­tà. È uno dei successi di cui si parlerà, il 3 e 4 ottobre, in 1.500 piazze con gli esperti dall’Associazio­ne per la donazione degli organi ( aido.it). Obiettivo: informare sull’importanza di un gesto civile, prima ancora che solidale. «L’Italia è al terzo posto in Europa, dopo Spagna e Francia, come numero di donatori. Molte barriere sono cadute, ora vogliamo eliminare le differenze fra Regioni, spesso dovute a ostacoli organizzat­ivi e a difficoltà nell’assistenza», spiega Vincenzo Passarelli, presidente Aido.

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