Corriere della Sera - Io Donna

Pierfrance­sco Favino

L’abbiamo visto malato, in miseria, sfinito su una bici. Ora in “Suburra” Pierfrance­sco Favino sarà un politico venduto. Paura di identifcar­si coi personaggi? “Ciò che fai sullo schermo diventa reale». Tanto che una volta sua mamma e suo zio...

- di Teresa Ciabatti, foto di Daniele Barraco ra

Per anni ho fatto provini, ma nessuno

mi prendeva. Mi sono mantenuto sellando cavalli e portando bambini in giro

sui pony. Fino a quando un giorno mi è venuta la faccia giusta, quella che ti permette di identifcar­ti con i personaggi. Ora in “Suburra” interpreto un politico

corrotto: mi devo preoccupar­e?

In arrivo nelle sale Suburdi Stefano Sollima, tratto dal romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini ( Einaudi-Stile Libero), un libro che ha anticipato i fatti di Mafa Capitale, un flm che va più avanti della cronaca. Uno dei protagonis­ti è Pierfrance­sco Favino, nel ruolo di Filippo Malgradi, politico corrotto.

A quale politico si è ispirato per il personaggi­o di Malgradi?

A nessuno in particolar­e. Ho cercato un denominato­re comune dei politici di secondo piano.

L’ha trovato?

L’ambizione di potere. Per esempio: ho scoperto che il peso di un politico dipende anche dal minutaggio televisivo. Il giorno dopo vai a vedere dove sei nella classifca della visibilità. Sali e scendi.

Altro?

Le tendenze comportame­ntali le fanno i capi, gli altri tentano il livello imitativo, dalla camicia alla montatura di occhiali. Negli ultimi anni sono molto

cambiate le montature degli occhiali.

Ovvero?

Più leggere.

Lei è noto per la grande preparazio­ne con cui affronta un personaggi­o: per Bartali è arrivato a fare 50 chilometri al giorno in bicicletta.

Strizza. Era uno dei miei primi ruoli da protagonis­ta.

Senza nessuna pietö

Nel flm è un uomo di cento chili, nessun problema a ingrassare tanto?

È stato il momento in cui la mia famiglia e i miei amici mi hanno percepito come più protettivo. Mia fglia mi chiamava Ciccio. Quando sono dimagrito erano tutti un po’ delusi.

Che cosa signifcano per lei questi cambiament­i?

Prima di tutto esperienza, non c’è velleità di trasformis­mo. Ingrassare signifcava capire come si vive col respiro più corto, capire la fatica, e la capacità antidepres­siva del cibo.

Per Suburra è servita preparazio­ne fsica?

Stefano Sollima gira fno a quando non gli sparano alla nuca. Nella scena davanti al Parlamento, provata diverse volte, sono arrivati i carabinier­i veri: “Ora ve ne dovete andà”.

Bisogna dunque avere grande resistenza per lavorare con Sollima?

Io scherzo, per me è un onore girare con lui. È un narratore puro. Un laico, senza giudizio. Non gli interessa raccontare se stesso, dire da che parte sta lui.

Suburra? Che flm non è: non è un flm di denuncia e non assomiglia a nessun altro flm, è qualcosa di completame­nte nuovo.

Che flm è

Nessuna parentela neanche con

Ro-

manzo criminale? Per Romanzo criminale ci hanno accusato di deviare i ragazzini, infondevam­o spirito di emulazione Pierfrance­sco Favino, 46 anni, due fglie, torna sugli schermi con Suburra diretto da Stefano Sollima e tratto dal romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini.

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