Corriere della Sera - Io Donna

DOPO MR. GREY SONO LA PUPA DI UN ALTRO BOSS

Dakota Johnson

- di Paola Piacenza, foto di Riccardo Ghilardi

Dakota johnson è una ragazza “coltivata”. E non solo perché sul braccio sinistro ha un tatuaggio in latino (“Acta non verba”, fatti non parole) o perché usa termini raramente sentiti nelle interviste con le attrici hollywoodi­ane (dice “dipartita”, non “morte”). Ma soprattutt­o perché quando parla del destino lo fa come se avesse appena fnito di recitare Tito Andronico e non in un gangster movie nel ruolo della pupa del boss. Il boss poi è Johnny Depp, responsabi­le di una lunga lista di morti ammazzati e di almeno altrettant­i “fuck”. Criminale e psicopatic­o attivo a South Boston tra gli anni ’70 e gli ’80, il suo Whitey Bulger è il tipo che ti dà dello spione (“ratto” per essere precisi) solo se spifferi la ricetta della nonna. E lei tanto pupa non è. Sullo schermo, in Black Mass, L’ulti

mo gangster (dall’8 ottobre nei cinema), ci resta poco. Ma è dura dimenticar­la. Anche perché sua è la scena madre del flm e se c’è una persona, l’unica, che lo spaventoso Bulger - occhi cerulei, stempiatur­a pronunciat­a e voce roca come Ray Liotta in Quei bravi ragazzi - rispetti, quella è lei. Lo strano destino delle ragazze nelle storie di malavita: rappresent­are un raggio di luce nelle tenebre. Luca Guadagnino, che l’ha voluta nel suo, al contrario assolatiss­imo, A Bigger Splash sempliceme­nte ringrazia «gli dei del cinema » per averla posta sul suo cammino. Quando

Dakota Johnson, 26 anni il 4 ottobre, sarà in Black Mass e, a fne novembre, in

A Bigger Splash. Sta per

girare i sequel di Cinquanta sfumature di grigio.

glielo diciamo, Dakota sgrana gli occhi come avrebbe fatto sua madre, Melanie Griffth, in Nata ieri: «Davvero?».

Black Mass

In lei interpreta una madre decisa a non lasciare che suo fglio segua la stessa tragica strada del padre. È davvero possibile sfuggire a quello che sembra un destino segnato?

Interpreto una donna con le idee chiare su ciò che è immorale e con cui un bambino non dovrebbe mai fare i conti, ma conosce il suo ambiente, sa che suo fglio prima o poi entrerà nel crimine organizzat­o, che tornerà a casa con gli occhi pesti e che i suoi insegnamen­ti non possono reggere il confronto con il carisma del padre. Un uomo che gli dice: «È lecito picchiare i tuoi compagni. L’importante è non farsi beccare». Lei non accetta l’idea, ma è dolorosame­nte consapevol­e del fatto che è parte del destino di suo fglio. Quali lezioni hanno invece trasmesso a lei i suoi genitori e sua nonna (il padre è l’attore Don Johnson, la nonna l’attrice Tippi Hedren, protagonis­ta degli Uc

celli e di Marnie di Alfred Hitchcock)?

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