Corriere della Sera - Io Donna
MINORANZE A RISCHIO
un mio amico giornalista americano, dopo la sentenza della Corte suprema che sanciva il matrimonio per tutti, includendo gay e lesbiche, ha detto: «Bene, ora nel Sud, se sei afroamericano, ti puoi sposare con un uomo, ma non puoi votare». Non proprio, ma molti Stati hanno - stanno varando, convengono i repubblicani - leggi che rendono diffcile votare alle minoranze. Ora verrebbe da dire anche: «Bene, se sei una donna texana, o del Kentucky, Mississippi, Ohio (dove è stata presentata una proposta di legge che vieta l’interruzione di gravidanza se si scopre che il feto è Down, ecc., puoi sposarti con una donna, ma non puoi abortire». O almeno, con enormi diffcoltà, grazie a una serie di leggi restrittive recenti. Molte guidano dieci ore per l’intervento, altre prendono aerei, le più povere e sprovvedute hanno bambini, magari giovanissime, senza congedi di maternità o assistenza medica. Le cliniche del Texas hanno fatto ricorso alla Corte Suprema. In Texas, 27 milioni di abitanti, il secondo stato più popolato, erano 41, ora sono 18, rischiano di diventare dieci. La legge texana approvata nel 2013 prevede norme che rendono quasi impossibile gestirne una. In West Texas, Valle del Rio Grande ed El Paso inclusi, non si abortisce o si tenta in Messico. Ma le donne più nei guai, in caso, sono povere, si diceva, magari neanche votano (sono storie di cui tenere conto, in attesa della sentenza, anche in Paesi con aborti negli ospedali pubblici, e medici in maggioranza obiettori, magari).