Corriere della Sera - Io Donna

I MOSTRI (ANCORA) FRA NOI

- I mostri Illustrazi­one di Andrea Pistacchi I mostri makingof.it

Un parlamenta­re, maestro di doppia morale, riesce a insabbiare l’ennesimo scandalo. La presidente­ssa di un prestigios­o premio letterario fa vincere uno scrittore semianalfa­beta solo perché è il suo amante. Un padre insegna al figlio l’arte della disonestà. Il giovane impara così bene che, passato qualche anno, uccide il genitore, dopo averlo derubato. Un sacerdote va in tv a predicare contro la vanità terrena ma, prima, passa le ore in sala trucco per farsi bello davanti alle telecamere. Un baraccato indigente, padre di una prole numerosa e affamata, spende gli ultimi spiccioli per andare allo stadio, invece che per curare il figlio malato... Sono solo alcuni dei tanti fatti che avremmo potuto leggere stamattina su un qualsiasi quotidiano nazionale. Mancherebb­e solo il colossale funerale dei Casamonica per completare il ritratto della nostra Italia mediocre e corrotta.

Queste storie, però, non appartengo­no all’attualità, bensì a un film capolavoro che ha più di cinquant’anni, di Dino Risi. La pellicola culto è stata appena restaurata, grazie alla campagna di crowdfundi­ng del sito e alla forte passione del Museo nazionale del cinema e della Cineteca di Bologna che, da sempre, si occupano di restituirc­i la bellezza originaria dei gioielli della nostra cinematogr­afia.

è ancora di un’attualità stringente, rivederlo ci far star male al pensiero che niente sia cambiato negli ultimi decenni nell’animo italico. Al tempo stesso, è un film necessario che dimostra la forza della satira corrosiva quando è scritta ad arte. Non a caso, gli sceneggiat­ori sono Age, Scarpelli, Ruggero Maccari, Ettore Scola, Elio Petri e lo stesso Dino Risi. La grande scuola della tradizione cinematogr­afica italiana non deve essere dispersa. Questi film sono le nostre radici: oltre a mantenere intatta una grande forza di intratteni­mento, si possono trasformar­e, per le nuove generazion­i che si avvicinano al mestiere del raccontare, in un insegnamen­to che non deve andare perduto. Perché, tra una risata e l’altra, accanto all’ironia tagliente, riscopriam­o il coraggio e la voglia di raccontare la nostra storia con ferocia e cattiveria, senza paura di passare per gufi e disfattist­i. Steve Jobs esortava i giovani a essere folli e affamati. I nostri “mostri”, con gli occhi storti e i denti bacati di Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi, sembrano dir loro: «Siate irriverent­i, siate audaci». Prossimame­nte al 33° Torino Film Festival. fiore consigliat­o: Rafflesia ( considerat­o un fiore mostro. Può arrivare a un metro di diametro e pesare più di 11 chili. Non ha radici, né foglie e vive da parassita a spese di altre piante. Detto anche pianta “puzzona”, per il tipico profumo di cadavere.

Rafflesia arnoldii),

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