Corriere della Sera - Io Donna
Cinema
drammatico Quasi irriconoscibile, con un’abbondante calvizie e gli occhiali fumé, Johnny Depp interpreta in il bandito James “Whitey” Bulger che, a partire dagli anni Settanta, s’impadronì della malavita di Boston, grazie all’accordo con l’agente dell’Fbi John Connolly. La gioventù passata a fare a botte in strada e la comune origine irlandese cementerà la loro alleanza: Bulger, sfruttando “l’immunità” che gli offriva il suo ruolo di informatore per battere la mafa italiana nel controllo della città; Connolly, scalando i gradini della carriera grazie alle soffate dell’amico. Una storia vera, raccontata a volte dalla parte del malavitoso, altre da quella del poliziotto corrotto. E, mentre il racconto ogni tanto si apre sulle rispettive vite familiari, gli interrogatori dei vari pentiti scandiscono l’ascesa dell’uno e i compromessi dell’altro. Si pensa a ea
ma sono modelli irraggiungibili. Restano le improvvise esplosioni di violenza, l’impassibilità degli occhi “azzurri” di Johnny Depp e il gran lavoro di scenograf, sarti e arredatori. Ma è un po’ pochino.