Corriere della Sera - Io Donna
“RIFIUTO LA RESA, VIVO OGNI GIORNO CON IL CUORE APERTO E PIENO”
La protagonista del suo nuovo romanzo trova uno stratagemma per alimentare un amore impossibile. Anche Isabel Allende, dopo molte perdite e dolori, vince la tentazione di rinchiudersi dentro se stessa. Accettando i rischi della vita allo scoperto
Èun romanzo sull’amore che non passa: l’amore tra Alma, una spaventata bimba ebrea polacca che diventerà una ricca stravagante signora californiana, e Ichimei, il fglio di un giardiniere giapponese che, in un campo di internamento nello Utah, imparerà ad affrontare le stagioni più avverse restando candido come una delle sue gardenie. Ed è un romanzo sul tempo che, al contrario, passa. Passa e consuma la bellezza degli sguardi, ma non il potere delle parole che gli amanti si scambiano fno all’ultima riga. «Il nostro amore è inevitabile, Alma (…). Ti invito a vivere la nostra storia in una bolla, in modo che sia protetta dal contatto col mondo e preservata intatta, per il resto delle nostre vite e oltre la morte», Ichi, 11 luglio 1969.
Amare e invecchiare; invecchiare e amare ancora; perdere e trattenere la vita. «Gli ultimi due anni sono stati molto duri per me» esordisce Isabel Allende, quasi a voler giustifcare il registro tenero del suo ultimo romanzo, ( Feltrinelli). «Io mi sento ancora capace di fatica, di lavoro, ma il calendario mi punisce. Da poco, e dopo 27 anni, è fnito il mio secondo matrimonio: la buona brezza aveva abbandonato le nostre stanze, depositandoci svuotati sulla soglia di casa. Negli stessi mesi ho perso il mio vecchio cane. Tutt’intorno amici, parenti, si ammalano, si ritirano, muoiono. Mia madre ha 95 anni...».
Di fronte alle mutazioni, la domanda che si pone Isabel Allende, a 73 anni, non chiama la resa: è possibile non cedere al tempo? Che cosa dobbiamo fare - inventarci, ciascuno a modo suo - per vivere con il cuore aperto e pieno? «Per la prima volta mi trovo sola con me stessa. Io mi sono sposata giovanissima, ho avuto fgli e nipoti, poi un altro compagno. Ora non ho nessuno, sento la tentazione di restare ferma, di restare dentro. Devo fare uno sforzo