Corriere della Sera - Io Donna

CON I RESTAURI “DOC”, ROMA RIPARTE

Dopo Mafa Capitale e le pagine di cronaca nera, fnalmente una buona notizia: una grande maison riporta “a nuovo” Fontana di Trevi e Quattro Fontane. E trasferisc­e la sua sede all’Eur, nel palazzo icona del razionalis­mo facendolo rivivere

- Histoire d’Eau, ndr). di Pierluigi Panza

In via del plebiscito, tra i palazzi Doria Pamphilj, Altieri, Grazioli, nel 1925 Adele Casagrande ed Edoardo Fendi aprirono un negozio di pelletteri­a diventato poi una maison di moda. Siamo nel rione Pigna, dirimpetta­io del rione Trevi dove, all’incrocio di tre strade medioevali (trivium, da cui Trevi), su un lato di Palazzo Poli, Nicola Salvi costruì la fontana più famosa del mondo. Fendi ne ha sostenuto il restauro (dal 3 novembre sarà nuovamente visibile) e, stante il suo amore per i crocicchi e per le fontane (nel ’77 commission­ò il flm oggi restaurato grazie a Karl Lagerfeld), ha fatto ripulire anche le statue delle Quattro Fontane (sull’incrocio tra via del Quirinale e via XX Settembre,

La storia di queste fontane mise a soqquadro l’establishm­ent architetto­nico romano. Più che acqua scorsero veleni. L’acqua della Fontana di Trevi risale ai tempi dell’imperatore Augusto, quando Marco Agrippa la fece arrivare sino alle sue terme. Intorno al 1640 Urbano VIII ordinò a Gian Lorenzo Bernini la trasformaz­ione di quella di Trevi, mentre un paio d’anni prima Francesco Borromini era stato incaricato di costruire una chiesa- gioiello, San Carlino, dietro alle Quattro Fontane. I due, ovviamente, si odiavano.

Le Quattro Fontane erano state costruite un secolo prima a spese dei proprietar­i dei terreni limitrof in cambio di concession­i gratuite dell’Acqua Felice. Ma pure lì, in “casa” del Borromini, il Bernini volle metterci mano, contribuen­do a sottolinea­rne la caratteris­tica di ninfeo. Per Trevi, Bernini iniziò subito i lavori con i proventi di una sgraditiss­ima tassa sul vino. Ma la caduta in disgrazia dei Barberini bloccò tutto. Anzi, a Bernini fu chiesto di portare l’acqua in piazza Navona dove si pensava che il Borromini potesse realizzare una vasca. Le cose andarono diversamen­te: Borromini realizzò la chiesa di Sant’Agnese in Agone, e Bernini, di fronte, la Fontana dei fumi. Alla fne di tanta contesa, il cavalier Bernini fu invitato a Parigi da Luigi XIV, mentre Borromini si suicidò gettandosi sulla propria spada.

Sessant’anni dopo, Clemente XI ci riprova a ultimare la Fontana di Trevi, con i progetti (nomen-omen) di

Il Palazzo della Civiltà Italiana all’Eur, nuova sede di Fendi. Al primo piano, aperto al pubblico, si svolgerann­o

mostre temporanee. La prima,

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