Corriere della Sera - Io Donna
POLITICI IN PERDITA
avendo avuto occasione di vedere tanti politici da vicino, mi sono resa conto di quanto pesi nelle loro scelte la paura di non essere ricandidati. Naturalmente me lo aspettavo, ma non così tanto. Vale per i veterani quanto per le disposte a tutto pur di non perdere prestigio ed emolumenti. Seguo in particolare i tripli salti mortali di una parlamentare, “cavia” perfetta per le mie osservazioni. Tre o quattro correnti nel giro di pochi mesi, e una vera e propria mutazione genetica. Confrontando santini e slogan da campagna elettorale con scelte e postura da eletta, si rimane di stucco: un’altra donna. La cosa è umanamente comprensibile: tornare alla mestizia economica e sociale di un’esistenza ordinaria, al netto di indennità, contributi e beneft, richiede forza e centratura interiore. Per i veterani pesa anche che tanti hanno vissuto solo di politica e non sanno fare altro. Il fatto è che con programmi volatili e ribaltabili, con governi extra-urne e altre inezie, è importante che la faccia dell’eletto resti più o meno quella del candidato che avevi sostenuto, disponibile non dico al martirio, come auspica Papa Bergoglio, ma quanto meno a tenere duro sui quei due principi, resistendo alle tentazioni del Ci si dovrebbe applicare alla questione, trovando la strada per ridurre al minimo fsiologico il danno prodotto alle nostre vite dagli opportunismi personali (tanto per dirne un paio, abolizione dei diritti di chi lavora e trivelle nel mare). Limite stretto dei mandati, ma non basta. Il vero goal sarebbe una politica non più intesa come carriera, ma come attività scellerata e in perdita.