Corriere della Sera - Io Donna
UN FIGLIO DOPO LA CHEMIO
L’età della prima gravidanza è notevolmente aumentata negli ultimi decenni. Capita sempre più di frequente che una giovane donna possa incorrere in una neoplasia, per esempio della mammella, prima di avere avuto figli. Chiaro che la preoccupazione, oltre a quella della guarigione, riguarda il rischio di non poter esaudire il legittimo desiderio di maternità. Ma, per fortuna, oggi avere un figlio dopo un tumore non è più un’utopia. I dati presentati al Congresso europeo di oncologia, a Vienna, sono confortanti: le donne non devono più temere di perdere la fertilità. Grazie al progresso della ricerca, abbiamo a disposizione una tecnica che prevede il prelievo degli ovociti e il successivo congelamento in attesa di terminare la chemioterapia. Esiste anche un altro approccio che si basa sulla somministrazione, prima e durante la chemioterapia, di un analogo dell’ormone ipotalamico che stimola la secrezione di luteina. Questa sostanza mette a riposo le ovaie, preservandole dai possibili danni della chemioterapia. Un’opzione in più, se si considera che, in molti casi, non c’è il tempo di prelevare il tessuto ovarico. Uno studio italiano indica con chiarezza che, con questo metodo, le probabilità di andare incontro a menopausa precoce si sono ridotte del 45 per cento. eventi in tutta Italia, con più di 600 ricercatori. Nella Settimana del Pianeta Terra ( dal 18 al 25 ottobre), sono previste anche escursioni spettacolari, per esempio alle grotte del Cavallone, nel parco della Majella, a quota 1.475 metri, ricche di stalattiti e stalagmiti, o sul Vesuvio.
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S.M.